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Aaron e le leggi che mancano

Manca una normativa chiara che possa punire gesti di violenza orribili come quelli compiuti su Aaron, il pitbull bruciato vivo dal suo padrone

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Aaron e le leggi che mancano

Manca una normativa chiara che possa punire gesti di violenza orribili come quelli compiuti su Aaron, il pitbull bruciato vivo dal suo padrone

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Manca una normativa chiara che possa punire gesti di violenza orribili come quelli compiuti su Aaron, il pitbull bruciato vivo dal suo padrone

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Manca una normativa chiara che possa punire gesti di violenza orribili come quelli compiuti su Aaron, il pitbull bruciato vivo dal suo padrone

Abbiamo già raccontato – e più volte, anche di recente – di diversi episodi di maltrattamenti di animali. Tuttavia quello che è da poco successo a Palermo ha sconvolto più ancora – se possibile – di altre vicende: stiamo parlando di Aaron, il pitbull che è stato legato a un palo e a cui poi il padrone ha dato fuoco da vivo. In questo caso, a differenza di altri, chi ha compiuto il gesto è stato subito identificato anche perché tutto è accaduto davanti a diverse persone.

Carmelo Russo, così si chiama questo signore senza fissa dimora con problemi psichici e precedenti penali a cui – per una ragione inspiegabile ma che la magistratura chiarirà, visto che è stato aperto un fascicolo sulla vicenda – era stato regolarmente dato il cane.

Ma, al di là di questo, ha fatto scalpore vedere le Forze dell’ordine prima identificare l’autore del gesto e poi lasciarlo andare di lì a poco. Purtroppo ancora una volta il problema sta nella normativa. L’uomo è stato denunciato per maltrattamento e uccisione di animale, un reato che non prevede la custodia cautelare. Poi ci sarà il processo, in cui il Comune di Palermo ha già annunciato che si costituirà parte civile.

Torniamo a una questione già affrontata in passato per vicende purtroppo simili: qui certo indignarsi serve ma se le leggi non cambiano – soprattutto se le pene previste per chi commette gesti come questi vengono comminate dopo tempi biblici – comunque il risultato rimane il medesimo. Con conseguente senso di impunità di chi fa queste cose: l’uomo nei giorni successivi ha per esempio minacciato chiunque gli si avvicinasse di fare la stessa fine del cane. Qui c’è una persona che evidentemente rischia di essere pericolosa non ‘soltanto’ per gli animali ma anche per gli esseri umani. Perché la realtà è che chi commette gesti di questa crudeltà non è detto che si fermi lì. E questo è un altro aspetto: forse bisogna iniziare a comprendere che chi attacca a un palo e brucia vivo un cane va fermato. Le leggi devono fornire ai magistrati gli strumenti per intervenire in modo più incisivo.

Perché la verità è che Aaron non è l’ultimo di una lista che continua ad allungarsi: proprio poche ore dopo a Rosolini, nel siracusano, un cane è stato trovato impiccato. Chi compie questi gesti per puro sadismo è pericoloso. Per chiunque, animali o uomini che siano. In più, si sente onnipotente. Perché sa che in fondo non gli accadrà nulla o quasi. Non basta mobilitarsi quando questi fatti succedono, quando questi animali ormai sono morti. Sarebbe necessario mettere mano alle leggi per far sì che chi maltratta, chi tortura, chi uccide non la faccia franca.

di Annalisa Grandi
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