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Addio a Paolo Bontempi, l’ingegnere che trasformò il gioco in musica

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Paolo Bontempi è morto a 93 anni a Montelupone, in provincia di Macerata, dove viveva. La notizia è stata diffusa a esequie avvenute, celebrate in forma strettamente privata.

Bontempi

Addio a Paolo Bontempi, l’ingegnere che trasformò il gioco in musica

Paolo Bontempi è morto a 93 anni a Montelupone, in provincia di Macerata, dove viveva. La notizia è stata diffusa a esequie avvenute, celebrate in forma strettamente privata.

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Addio a Paolo Bontempi, l’ingegnere che trasformò il gioco in musica

Paolo Bontempi è morto a 93 anni a Montelupone, in provincia di Macerata, dove viveva. La notizia è stata diffusa a esequie avvenute, celebrate in forma strettamente privata.

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Chi non ha mai avuto tra le mani uno strumento Bontempi? Chi non ha premuto quei tasti di plastica colorata, sotto l’albero di Natale o sul pavimento della cameretta, sentendo per la prima volta che la musica poteva nascere anche da un gioco. Con la scomparsa dell’ingegnere Paolo Bontempi, si chiude un capitolo fondamentale della storia musicale e industriale italiana, fatto di intuizioni semplici e rivoluzionarie allo stesso tempo.

Paolo Bontempi è morto a 93 anni a Montelupone, in provincia di Macerata, dove viveva. La notizia è stata diffusa a esequie avvenute, celebrate in forma strettamente privata. Per sua volontà, è stato tumulato nel cimitero di Recanati. Una scelta discreta, coerente con uno stile che ha sempre lasciato parlare i fatti (e le note) più delle parole.

La sua storia è intrecciata a doppio filo con quella dell’azienda fondata dal padre Egisto nel 1937, una piccola bottega di fisarmoniche da cui Paolo seppe costruire, nel tempo, un vero impero industriale. Negli anni Settanta la Bontempi diventò sinonimo di musica accessibile: pianole, organi elettronici, tastiere portatili che non pretendevano di formare virtuosi, ma accendevano una scintilla. Un primo contatto con le note, naturale e divertente, per intere generazioni di bambini.

Il marchio marchigiano arrivò a contare fino a mille dipendenti, con stabilimenti a Potenza Picena, Martinsicuro, San Claudio di Corridonia e una grande sede produttiva in Abruzzo dedicata alle materie plastiche. Bontempi fu tra le prime aziende italiane a credere nella tecnologia applicata alla plastica, anticipando tendenze e trasformando il giocattolo musicale in uno strumento educativo vero e proprio.

Iconico il Chord Organ, piccolo e affascinante “cugino” del leggendario Hammond, così come il pianino con il celebre “Metodo Bontempi”, capace di far suonare chiunque fin dai primi minuti, senza bisogno di leggere una nota. Un’idea semplice, geniale, che racconta meglio di qualsiasi slogan la visione di Paolo Bontempi: abbattere le barriere, rendere la musica un linguaggio immediato.

La Bontempi fu anche l’unico marchio al mondo a riprodurre praticamente tutti gli strumenti musicali in versione giocattolo, arricchendo la propria offerta con licenze internazionali di peso come Walt Disney, Warner Bros e Barbie. Così Topolino, supereroi e personaggi iconici finirono accanto ai tasti e alle tastiere, rendendo la musica parte dell’immaginario quotidiano dei più piccoli.

Il successo superò presto i confini nazionali. L’azienda aprì sedi commerciali negli Stati Uniti e in gran parte d’Europa, arrivando a produrre direttamente in Canada per servire il mercato americano. Una scelta lungimirante che consolidò il marchio come leader globale dei giocattoli musicali.

Ma il lascito di Paolo Bontempi va oltre i numeri e i mercati. È un’eredità culturale. Molti musicisti italiani, anche affermati, hanno raccontato che le loro prime note sono nate proprio da una tastierina Bontempi. Strumenti che spesso diventavano il centro della cameretta, il cuore pulsante di piccole band adolescenziali, il primo sogno di chi avrebbe poi scelto la musica come strada.

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