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Addio al grande Maestro Roberto De Simone

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Addio al grande Maestro Roberto De Simone, simbolo del rilancio della cultura e della tradizione teatrale e musicale napoletana nel mondo

Addio al grande Maestro Roberto De Simone

Addio al grande Maestro Roberto De Simone, simbolo del rilancio della cultura e della tradizione teatrale e musicale napoletana nel mondo

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Addio al grande Maestro Roberto De Simone

Addio al grande Maestro Roberto De Simone, simbolo del rilancio della cultura e della tradizione teatrale e musicale napoletana nel mondo

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Il simbolo del rilancio della cultura e della tradizione teatrale e musicale napoletana nel mondo. Questo (e non solo) è stato Roberto De Simone, morto a quasi 92 anni in queste ore. Musicista, compositore, regista, musicologo e antropologo, il maestro De Simone si è spento nella sua casa, al centro di Napoli. Ricoverato a causa di una polmonite due mesi fa. E’ una delle anime della cultura partenopea: estremamente radicato nell’identità meridionale, sebbene abbia firmato regie per i più grandi teatri, dalla Scala al San Carlo.

De Simone ha riportato alla luce capolavori dimenticati del Settecento napoletano, con uno sguardo rivolto alla tradizione e a un teatro popolare, colto. Un percorso che era segnato dalla nascita: il nonno era attore teatrale nella compagnia di Salvatore De Muto, che è stato l’ultimo grande Pulcinella. De Simone da ragazzo era affascinato dal teatro musicale, con il palcoscenico che era la sintesi tra parole e note. Quasi 60 anni fa De Simone ha scritto un pezzo di storia, fondando, assieme ad altri artisti come Eugenio Bennato, la Nuova Compagnia di Canto Popolare.

Era l’alba di un nuovo filone folk, mescolando generi e favole. Lui è stato il direttore artistico della Compagnia, il mattatore e la mente di un decennio straordinario di successi. Al primo nucleo si aggiunsero altre figure come Peppe Barra, un baritono con straordinarie potenzialità interpretative. Lo volle proprio il maestro De Simone, che negli anni è stato anche il direttore artistico del Teatro San Carlo dal 1981 al 1987. E nel 1995 è stato nominato per chiara fama direttore del conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Carica dalla quale si è dimesso nel 2000.

Il primo lavoro della Nuova Compagnia di Canto Popolare arrivò nel 1971, l’anno dopo la presenza al Festival di Spoleto (anche nel 1974) lanciò il gruppo per il successo internazionale, con partecipazione ai più importanti festival d’Europa e d’Oltreoceano. Le sue opere principali sono state la rilettura della “Cantata dei pastori” di Andrea Perrucci el 1974 al Teatro San Ferdinando di Napoli e poi, due anni dopo sono stati messi in scena gli inediti spettacoli musicali “Masaniello” e soprattutto “La gatta Cenerentola”, probabilmente il capolavoro che ne ha determinato il trionfo internazionale, ma che segnò la rottura dei rapporti con alcuni componenti della Compagnia.

Di Nicola Sellitti

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