Alessia Pifferi, la perizia: “Capace di intendere quando lasciò morire la figlia”
Alessia Pifferi, la perizia: “Capace di intendere quando lasciò morire la figlia”. Confermato l’ergastolo per la donna che fece morire di stenti la figlia di appena un anno e mezzo
Alessia Pifferi, la perizia: “Capace di intendere quando lasciò morire la figlia”
Alessia Pifferi, la perizia: “Capace di intendere quando lasciò morire la figlia”. Confermato l’ergastolo per la donna che fece morire di stenti la figlia di appena un anno e mezzo
Alessia Pifferi, la perizia: “Capace di intendere quando lasciò morire la figlia”
Alessia Pifferi, la perizia: “Capace di intendere quando lasciò morire la figlia”. Confermato l’ergastolo per la donna che fece morire di stenti la figlia di appena un anno e mezzo
Alessia Pifferi, la donna che nel luglio 2022 fece morire di stenti la figlia di appena un anno e mezzo, era pienamente capace di intendere e di volere. A stabilirlo è stata la perizia psichiatrica, disposta nel processo di secondo grado a Milano, a carico della donna, condannata all’ergastolo per omicidio volontario aggravato in primo grado. Il nuovo accertamento è stato disposto, su istanza della difesa, dalla Corte d’assise d’appello.
“La mia mente si era disconnessa”, con queste parole Alessia Pifferi avrebbe provato a spiegare ai periti perché avesse abbandonato la figlia di appena un anno per sei lunghi giorni, lasciandola morire di stenti. Secondo gli inquirenti, però, questa “presunta disconnessione” non configura alcun vizio di mente. La donna, infatti, è stata giudicata in grado di “pianificare le azioni e di prevedere rapporti causa-effetto”.
Negli atti, inoltre, sono state riportate anche altre frasi dell’imputata: “Se solo mia madre, mia sorella e il padre della bambina mi fossero stati davvero vicini, tutto questo non sarebbe accaduto”. La perizia, durata sei mesi in carcere a Vigevano, ha confermato le conclusioni del processo di primo grado e sarà discussa in aula all’udienza del 24 settembre con la sostituta pg di Milano, Lucilla Tontodonati.
Ora gli esiti della perizia potrebbero condizionare indirettamente anche il “caso Pifferi bis”, che vede imputati di falso e favoreggiamento personale la legale della donna, il suo consulente di parte e alcune psicologhe del carcere San Vittore. Questi ultimi sono tutti accusati in concorso per la manipolazione di documenti e del “test di Wais”. Strumenti che vennero utilizzati ed “alterati” per far risultare Alessia Pifferi con un quoziente intellettivo di 40, ovvero, come quello di una bambina di 6 anni, così da evitarle una condanna all’ergastolo. L’udienza è fissata per l’11 settembre e sono previsti gli interrogatori degli imputati.
Di Claudia Burgio
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