Amici degli amici, nemici del merito
Baronato è il termine che descrive l’atmosfera delle nostre università, dei centri di ricerca e degli ospedali. Una volta raggiunta la cattedra, si smette di valutare la professionalità.
| Cronaca
Amici degli amici, nemici del merito
Baronato è il termine che descrive l’atmosfera delle nostre università, dei centri di ricerca e degli ospedali. Una volta raggiunta la cattedra, si smette di valutare la professionalità.
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Amici degli amici, nemici del merito
Baronato è il termine che descrive l’atmosfera delle nostre università, dei centri di ricerca e degli ospedali. Una volta raggiunta la cattedra, si smette di valutare la professionalità.
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Baronato è il termine che descrive l’atmosfera delle nostre università, dei centri di ricerca e degli ospedali. Una volta raggiunta la cattedra, si smette di valutare la professionalità.
L’inchiesta è clamorosa, coinvolgendo Massimo Galli, uno dei più noti fra i virologi resi star dalla pandemia. La presunzione di innocenza è una bussola su cui non transigere.
Non parleremo, quindi, della specifica vicenda ipotizzata a carico del primario dell’ospedale Sacco di Milano e di 23 suoi colleghi, indagati e da considerarsi innocenti.
Quello che ci interessa esplorare è l’atmosfera delle nostre università, dei centri di ricerca, degli ospedali. Una realtà ben nota e riassumibile in un antico termine: baronato, nella peggiore declinazione per concorso. Un meccanismo per cui, una volta raggiunta una posizione apicale, questa stessa finisce per essere garantita dagli interessi incrociati di studenti, collaboratori, ricercatori, aspiranti primari e professori. Tutti attenti a non disturbare il manovratore.
Anzi a blandirlo, per non essere tagliati fuori dall’unico metodo che parte del mondo accademico italiano sembra conoscere: la cooptazione. Raggiunta la cattedra o il primariato, si smette di valutare la professionalità, la si dà per acquisita. In particolar modo nel pubblico, dove l’andazzo dei concorsi ‘cuciti su misura’ è una piaga ben nota.
Eppure, un sistema per valutare professori, dirigenti scolastici e presidi di facoltà ci sarebbe: seguire la resa degli studenti. I loro risultati sono una cartina di tornasole dell’efficienza dell’insegnamento, così come le pubblicazioni scientifiche non possono essere considerate tutte dello stesso valore. Si tratterebbe di abbandonare il feudalesimo e abbracciare il merito. Amici degli amici, nemici del merito.
di Fulvio Giuliani
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