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Aurora Maniscalco: Palermo si stringe nell’ultimo abbraccio

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Ancora molti punti da chiarire sulla scomparsa di Aurora Maniscalco, ventiquattrenne precipitata da una finestra a Vienna

Aurora Maniscalco: Palermo si stringe nell’ultimo abbraccio

Ancora molti punti da chiarire sulla scomparsa di Aurora Maniscalco, ventiquattrenne precipitata da una finestra a Vienna

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Aurora Maniscalco: Palermo si stringe nell’ultimo abbraccio

Ancora molti punti da chiarire sulla scomparsa di Aurora Maniscalco, ventiquattrenne precipitata da una finestra a Vienna

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Ieri mattina a Palermo si è tenuta, tra rabbia e commozione, l’estrema unzione di Aurora Maniscalco, 24 anni, venuta a mancare in circostanze ancora da chiarire dopo una caduta dal balcone del suo appartamento a Vienna. La giovane si è spenta il 23 giugno alle 15:15, due giorni dopo il tragico volo di dieci metri dal terzo piano dell’edificio in cui viveva con il fidanzato. Secondo quanto dichiarato dalla procura viennese, che non ha disposto il sequestro dell’appartamento, “non sussistono indizi di coinvolgimento di terzi”. Dopo aver ascoltato il compagno di Aurora, infatti, gli inquirenti austriaci hanno chiuso le indagini archiviando il caso come suicidio. La famiglia della ragazza si è opposta a questa versione e, attraverso l’avvocato Alberto Raffadale, ha presentato un esposto sottolineando le diverse incongruenze.

La caduta è avvenuta la sera del 21 giugno intorno alle 22:50, ma il padre della ragazza viene avvisato via chat dal fidanzato soltanto 10 ore dopo l’accaduto e per mezzo del telefono della stessa. Inoltre, i canali social di Aurora – che potrebbero contenere informazioni importanti – sono stati chiusi anche se non è ancora chiaro come e nemmeno da chi. Questo aspetto avrebbe convinto la procura di Palermo a richiedere i dispositivi della coppia per effettuare un’analisi forense.

Giunto a Vienna, il padre Giuseppe si stupisce nel trovare i parenti del fidanzato già nell’abitazione della coppia. Un ulteriore dettaglio, invece, ha colpito la madre della ragazza. Si tratta di una borsetta a cui la figlia teneva molto, riempita alla rinfusa con slip, calze invernali e altri effetti personali. “Ho pensato a un gesto di stizza: a lei che riempie la borsa con le prime cose che trova, per andarsene via”, ha raccontato.

Stando al racconto dei Maniscalco, la coppia si frequentava dall’età scolare e i due stavano vivendo un periodo di crisi. Agli occhi dei genitori Aurora appariva provata e dimagrita, aveva persino lasciato il lavoro con l’intenzione di cambiare vita. Una vicina di casa ha raccontato alla stampa austriaca che le liti erano frequenti: “Volavano mobili” ha detto, anche la sera dell’incidente. Nei giorni che precedono la tragedia, Aurora si era persino allontanata da casa per farvi ritorno proprio il 21 giugno, e quella sera – dopo l’ennesima discussione – la situazione sarebbe degenerata. 

Qui la vicenda si complica. Secondo l’avvocato Raffadale, il fidanzato 27enne avrebbe fornito agli inquirenti due versioni discordanti: prima ha detto di trovarsi in cucina al momento della caduta, poi ha riferito di trovarsi sul balcone nel tentativo di fermarla. Lo stesso avrebbe poi informato gli investigatori dello stato depressivo in cui versava la ragazza; tesi smentita con forza dai familiari. “Aurora aveva progetti, voleva ricominciare”, ha dichiarato il padre Giuseppe, che ha anche rivelato ai microfoni di Morning News che la figlia, nei mesi precedenti, aveva subito violenze fisiche, percosse e persino “morsi”. 

Nel frattempo, il 27enne è stato iscritto nel registro degli indagati per istigazione al suicidio. Mentre lo scorso giovedì 10 luglio, presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, sono cominciate le analisi medico-legali sulle ferite riportate da Aurora. L’esito completo dell’esame arriverà tra 60 giorni, ma stando alle prime indiscrezioni Aurora avrebbe riportato fratture al torace e sarebbe caduta atterrando sulle gambe con lesioni agli arti inferiori e al bacino. Come riportato dal Giornale di Sicilia, ci sarebbero anche delle escoriazioni sulle braccia che suggeriscono un possibile tentativo di aggrapparsi nel vuoto. La famiglia è ora impegnata a recuperare le fotografie scattate sul luogo dell’impatto, in quanto fondamentali per una perizia balistica che possa stabilire con precisione la fisica della caduta.

di Angelo Annese

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