Bruzzano (Milano), la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio dopo che l’autopsia ha escluso l’ipotesi iniziale di un malore improvviso. La pensionata di 69 anni ritrovata esanime lo scorso 8 agosto nella vasca da bagno si stava frequentando con una persona. L’uomo è già stato rintracciato e ascoltato dagli inquirenti che stanno analizzando i tabulati telefonici. Quel pomeriggio Silvana aveva un appuntamento alle 16. Doveva vedersi con un’amica, la stessa che è andata a cercarla sotto casa dopo averla aspettata invano fino alle 17. La donna non rispondeva al telefono e nemmeno al citofono. L’amica ha deciso di allertare i soccorsi dopo aver notato nell’androne la bicicletta che la vittima usava per spostarsi.

Bruzzano, il ritrovamento

La porta dell’appartamento, al sesto piano della palazzina in periferia di Milano, era chiusa a più mandate. Per entrare si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco che intorno alle 19 hanno forzato la serratura scoprendo il corpo della vittima. L’ultima persona ad averla vista è stata una vicina di casa che ha raccontato di averla incrociata proprio il giorno del ritrovamento verso mezzogiorno. La pensionata, che alle 13 ha smesso di rispondere al telefono , quel pomeriggio avrebbe aperto la porta a qualcuno che conosceva bene. Lo rivela la scena del crimine. Nell’abitazione tutto era in ordine, non erano presenti segni di scasso e nemmeno di colluttazione. Non è stato rubato alcun oggetto: borsa, cellulare e portafoglio erano al loro posto. Le chiavi, invece, non sono state trovate.

L’ex tabaccaia della stazione centrale è stata ritrovata parzialmente immersa nell’acqua con il viso all’insù. Indossava biancheria intima e una vestaglia. Su fronte e occhi sono state riscontrate tumefazioni compatibili con dei pugni. Sul corpo ecchimosi e segni di percosse. Infine, un fendente alla gola inferto con un coltello o con un altro oggetto appuntito che avrebbe provocato un’emorragia interna. L’osso ioide – quello a forma di U situato nella parte anteriore del collo – era intatto: un dettaglio importante che esclude lo strangolamento. Si attendono gli esiti del tossicologico, mentre resta ancora da chiarire la presenza di acqua nei polmoni.

Le prime ricostruzioni

Il rubinetto della vasca era chiuso. L’acqua era priva di sangue. Per chi indaga un tentativo maldestro di depistaggio. Il killer voleva inscenare un suicidio e al contempo lavare via eventuali tracce. L’unica telecamera presente nel condominio di via Bisnati, che avrebbe potuto inquadrare il colpevole, sembra essere fuori uso. I militari stanno passando al setaccio i filmati delle telecamere della zona alla ricerca di indizi. Non sono state rilevate tracce di sangue nemmeno nelle altre aree della casa che nei prossimi giorni verranno ispezionate con il luminol.

Si scava nella vita e nella rete di relazioni di Silvana Damato. La donna viveva sola, aveva una figlia e due nipoti. Secondo chi la conosceva era una persona abitudinaria che conduceva una vita monotona e tranquilla. A detta dei vicini non aveva l’abitudine di invitare gente a casa e trascorreva i suoi pomeriggi al Parco Nord con gli amici del burraco.