Camorra, omicidio Gelsomina Verde: due arresti dopo 19 anni
Camorra, omicidio Gelsomina Verde: due arresti dopo 19 anni
Camorra, omicidio Gelsomina Verde: due arresti dopo 19 anni
Gelsomina Verde, detta Mina. Il suo nome è legato in modo indissolubile a quella che fu battezzata la prima faida di Secondigliano. Era il 2004, e per le strade di Scampia iniziava la guerra di camorra fra il clan Di Lauro, fra gli eredi del boss Paolo Di Lauro, e coloro che fino a quel momento erano alleati e da allora diventarono gli Scissionisti. Una guerra fatta di brutali omicidi, di ritorsioni, di sparatorie. Per il controllo del territorio e in particolare del traffico di stupefacenti. Gelsomina era nata a Scampia, da una famiglia umile ma onesta. Lavorava, e faceva volontariato nel quartiere e in carcere. Gelsomina con quel mondo, quello della camorra, non c’entrava nulla. Aveva scelto, di essere onesta. Eppure fu uccisa, a 22 anni, perché si era invaghita di un uomo che in quel vortice invece ci era caduto. Aveva scelto gli Scissionisti, e andava eliminato.
Per cercare di trovarlo usarono lei. Lei che all’epoca già aveva rotto con lui. Ma che deve essere sembrata agli occhi di questi killer spietati il punto debole di lui. Il 21 novembre 2004 fu avvicinata da un uomo che aveva conosciuto in carcere. Dove faceva volontariato. Fu lui a consegnarla agli uomini che la presero, la torturarono nel tentativo di farsi dire dove fosse Gennaro Notturno, l’uomo con cui aveva avuto una relazione. L’uomo da eliminare. Lei però non lo sapeva. Non lo sapeva davvero. Eppure fu seviziata e uccisa, il corpo caricato su un auto data poi alle fiamme. Oggi, quasi vent’anni dopo, altre due persone sono state arrestate per quel brutale delitto: si tratta di Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi. Sarebbero stati gli esecutori materiali del delitto.
Per la morta di Gelsomina, detta Mina, erano già stati arrestati Pietro Esposito, che con l’inganno l’aveva attirata nella trappola, e Ugo De Lucia, a capo del gruppo di fuoco del clan Di Lauro all’epoca del delitto. Decisive le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. E la storia di Gelsomina, simbolo insieme a quella di Annalisa Durante, a 14 anni vittima innocente di un agguato di camorra a Forcella, torna a essere raccontata. Per non dimenticare. E perché oggi, a distanza di diciannove anni, finalmente chi ha compiuto quel delitto atroce pagherà per quello che ha fatto.
di Annalisa GrandiLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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