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Catanzaro sotto accusa i vertici del carcere

Catanzaro, sotto accusa i vertici del carcere

Catanzaro: l’ex direttrice del penitenziario, il comandante, l’assistente capo e alcuni agenti coinvolti nell’ennesimo caso di malagiustizia

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Catanzaro, sotto accusa i vertici del carcere

Catanzaro: l’ex direttrice del penitenziario, il comandante, l’assistente capo e alcuni agenti coinvolti nell’ennesimo caso di malagiustizia

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Catanzaro, sotto accusa i vertici del carcere

Catanzaro: l’ex direttrice del penitenziario, il comandante, l’assistente capo e alcuni agenti coinvolti nell’ennesimo caso di malagiustizia

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Catanzaro: l’ex direttrice del penitenziario, il comandante, l’assistente capo e alcuni agenti coinvolti nell’ennesimo caso di malagiustizia

Nel momento più critico degli ultimi anni per le carceri – fra sovraffollamento e suicidi da record – arriva una notizia potenzialmente in grado di metterci un carico mica da poco. I carabinieri e la polizia penitenziaria di Catanzaro (su provvedimento del gip del capoluogo calabrese) hanno eseguito 38 misure cautelari, di cui 26 arresti.

Fra i coinvolti nell’operazione – che conta in tutto 76 indagati – ci sono l’ex direttrice del penitenziario cittadino Angela Paravati (finita in carcere), il comandante e l’assistente capo della polizia penitenziaria della struttura (Simona Poli e Franco Cerminara) più alcuni agenti, sette dei quali già sospesi dal servizio. Fra i reati contestati ce ne sono di gravissimi, come l’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al traffico di droga.

L’ex direttrice è per esempio accusata di falso e falsità ideologica, corruzione e addirittura evasione: secondo gli inquirenti avrebbe favorito la fuga di un detenuto nel 2022. Ci sono poi presunte mancate segnalazioni sul portale del Dap di proteste dei detenuti, ci sono episodi di sospetta corruzione, più droga e cellulari forniti ai ristretti.

Intendiamoci: siamo soltanto nella primissima fase delle indagini e dunque – come in tutte le maxi operazioni – a maggior ragione questa richiede grandissima cautela per la delicatezza dei ruoli dei personaggi coinvolti e per il contesto. Ma in un momento così anche il solo sospetto risulta tossico per l’intero sistema giustizia.

di Valentino Maimone

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