Chi si gira dall’altra parte
| Cronaca
Napoli: la città e i suoi abitanti non possono ignorare un hinterland che a volte sembra scivolare nell’incubo senza neppure opporre resistenza
Chi si gira dall’altra parte
Napoli: la città e i suoi abitanti non possono ignorare un hinterland che a volte sembra scivolare nell’incubo senza neppure opporre resistenza
| Cronaca
Chi si gira dall’altra parte
Napoli: la città e i suoi abitanti non possono ignorare un hinterland che a volte sembra scivolare nell’incubo senza neppure opporre resistenza
| Cronaca
AUTORE: Fulvio Giuliani
L’allucinante violenza di Caivano, i particolari raccapriccianti risvegliano antichi ricordi. Per essere più precisi, sensazioni angoscianti di quando vivevo a Napoli e noi “privilegiati“ dei quartieri bene – fossero il mio Vomero, Chiaia, Posillipo e così andare poco cambiava – ci dividevamo fra chi faceva finta di non accorgersi del resto del mondo intorno a sé e chi confusamente cominciava a costruire una coscienza fatta di disagio crescente.
Perché fra le strade in cui siamo cresciuti e Caivano, oggi come allora, corre una manciata di chilometri. A volte neanche quella.
Indifferenti alle minime distanze, i mondi si sfiorano, senza toccarsi quasi mai. Di qua i bambini curati e coccolati, i ragazzi cresciuti nella bambagia dei miei anni ‘80 o di questo III millennio, di là l’incubo. Totale. Ragazzi e bambini – bambine, in questo tragico caso – ignorati, abbandonati. Se non peggio. A poche strade dal nostro di mondo, dalle nostre sicurezze.
Ricordo come da ragazzini evitassimo accuratamente l’altra Napoli. Molti non volevano neanche sentirne parlare, sospetto perché i primi a far finta “non fossero fatti loro” erano i loro genitori. Stavamo inconsciamente contribuendo a creare quella futura borghesia spesso indifferente che è fra le iatture della mia città d’origine. Come può, infatti, una comunità tollerare un buco nero, quella cittadella dell’orrore in cui si è consumata la violenza sulle due ragazzine e solo il cielo sa cos’altro? Quando scriviamo “comunità“, ci riferiamo agli amministratori, alla Polizia locale, alle forze dell’ordine, ai proprietari di quell’area – esisteranno, qualcuno risponderà di quello schifo – ma anche all’intera comunità cittadina e non solo di Caivano o delle troppe Caivano. Parliamo di tutta Napoli, perché la città e i suoi abitanti non possono ignorare un hinterland che a volte sembra scivolare nell’incubo senza neppure opporre resistenza.
Di qua la città che si bea dei suoi turisti, delle sue bellezze incommensurabili e di là chi cerca di tenere il ‘Bronx’ a distanza di sicurezza. Solo una pia illusione, come ci ricorda l’assurda tragedia delle due cuginette a cui è stata rubata la vita.
Di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Un altro femminicidio, un’altra tragedia che probabilmente poteva essere evitata
28 Ottobre 2025
E siamo di nuovo a scrivere di un femminicidio – questa volta nel Veronese – e di una tragedia che…
Como, anziano in carrozzina travolto e ucciso: alla guida c’era il portiere dell’Inter Josep Martinez
28 Ottobre 2025
Un anziano è stato investito e ucciso dal secondo portiere dell’inter Josep Martinez. Secondo una…
Verona: femminicidio a Castelnuovo del Garda, uccide compagna a coltellate
28 Ottobre 2025
Tragedia a Castelnuovo del Garda, in provincia di Verona, dove questa mattina un uomo ha aggredito…
Valditara: “Non abbiamo vietato educazione sessuale a scuola, è falso”
27 Ottobre 2025
Valditara: “Ho sentito alcune affermazioni non corrette e cioè che in Italia noi avremmo vietato l…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.