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Chiara Jaconis, la turista uccisa da una statuetta a Napoli. A lanciare l’oggetto è stato un 13enne

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Ha 13 anni e soffre di disturbi comportamentali il giovane che ha lanciato la statuetta che ha colpito Chiara Jaconis, la turista veneta morta mentre passeggiava per i Quartieri Spagnoli a Napoli

Chiara Jaconis, la turista uccisa da una statuetta a Napoli. A lanciare l’oggetto è stato un 13enne

Ha 13 anni e soffre di disturbi comportamentali il giovane che ha lanciato la statuetta che ha colpito Chiara Jaconis, la turista veneta morta mentre passeggiava per i Quartieri Spagnoli a Napoli

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Chiara Jaconis, la turista uccisa da una statuetta a Napoli. A lanciare l’oggetto è stato un 13enne

Ha 13 anni e soffre di disturbi comportamentali il giovane che ha lanciato la statuetta che ha colpito Chiara Jaconis, la turista veneta morta mentre passeggiava per i Quartieri Spagnoli a Napoli

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Ha 13 anni, soffre di disturbi comportamentali. Probabilmente aveva già lanciato degli oggetti dal balcone di casa – tra cui un tablet – e per l’età non è imputabile. E’ il quadro, doloroso, che emerge dalla chiusura delle indagini preliminari della Procura minorile di Napoli – su uno dei due filoni investigativi, l’altro, ancora in corso, è invece coordinato dalla Procura ordinaria – sul caso della morte di Chiara Jaconis. Oltre otto mesi fa una statuetta cadde dall’alto mentre la 30enne turista veneta passeggiava per i Quartieri Spagnoli. Al centro storico di Napoli, in compagnia del fidanzato. A poche ore dal volo che dall’aeroporto di Capodichino l’avrebbe riportata a casa in serata.

La ragazza morì dopo due giorni di degenza in un ospedale napoletano. E il padre Gianfranco, pur consumato dal dolore, volle ringraziare pubblicamente i medici e i paramedici. “Sono entrati nel mio cuore, devono essere orgogliosi di quello che sono, sono stati fantastici. Ho rivisto tutti i miei pregiudizi esistenti su Napoli, pensavo di arrivare in una struttura fatiscente, invece ho trovato un ospedale favoloso”. L’uomo volle anche rimarcare la qualità delle prestazioni della sanità napoletana e l’umanità che l’ha accompagnato durante le ore di speranza e di attesa.

Dal padre di Chiara si ebbe un trattato su come vanno smontati i pregiudizi. Sensibilità ed etica. Seppur in un momento di dolore estremo che ovviamente continua. E a cui si aggiungerà, con ogni probabilità, tanta rabbia, senza ovviamente prodursi in giudizi su una vicenda così complessa. Si viene a sapere dal lavoro dei magistrati che forse la tragedia poteva essere evitata. Il responsabile del gesto sarebbe il più piccolo dei due figli di una coppia residente ai Quartieri Spagnoli, mentre il fratello maggiore è stato dichiarato estraneo ai fatti.

L’indagine si sposta ora sui genitori: l’ipotesi della Procura napoletana è che la coppia non abbia adottato misure adeguate per prevenire il lancio dal balcone (al terzo piano) dell’oggetto da parte del figlio, che, secondo gli atti, avrebbe lanciato due statuine per un peso complessivo di 10 chilogrammi. Dunque, omessa custodia e vigilanza: pare che i vicini di casa della famiglia ai Quartieri Spagnoli abbiano segnalato altri casi di lancio di oggetti dal balcone. La mamma avrebbe provato in altre occasioni a porre un argine al lancio di oggetti del figlio, senza riuscirci.

di Nicola Sellitti

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