Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Conclave, nel nome del Papa si cela il primo messaggio al mondo – IL VIDEO

Oggi ha inizio il Conclave e dopo giorni di bollettini, speculazioni e tifoserie i cardinali sono finalmente chiamati a scegliere il 267esimo capo della Chiesa

| ,

Oggi ha inizio il Conclave e dopo giorni di bollettini, speculazioni e tifoserie i cardinali saranno finalmente chiamati a scegliere il 267° capo della Chiesa. Questa mattina alle 10:00 nella Basilica di San Pietro, cardinali e non hanno preso parte alla tradizionale messa Pro Eligendo Romano Pontefice presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re. L’obiettivo della cerimonia è quello di invocare lo Spirito Santo affinché illumini le loro menti nella scelta del nuovo Pontefice.

L’ingresso nella Cappella Paolina per il Conclave è previsto per le 16:15, a quel punto i porporati si dirigono in processione verso la Cappella Sistina intonando il canto del Veni Creator Spiritus – altra invocazione allo Spirito Santo. Qui avviene il giuramento di segretezza e fedeltà alle regole del Conclave. Di lì a poco, il maestro delle celebrazioni liturgiche mons. Diego Giovanni Ravelli pronuncia la formula “Extra Omnes” – fuori tutti – e i non aventi diritto di voto al Conclave lasciano la Cappella. Dopodiché, le porte si chiudono “cum clave” e intorno alle 16:30 ha luogo la prima votazione ufficiale. La prima fumata, invece, nera o bianca che sia, si vedrà dopo le 19:00.

Dopo il Conclave, non appena uno dei cardinali verrà eletto Papa, questi dovrà rispondere a una semplice domanda: “Con quale nome vuoi essere chiamato?”. 

La scelta è fondamentale ed estremamente simbolica. Si tratta a tutti gli effetti del primo atto di definizione del proprio pontificato, quasi al pari di una prima enciclica. Papa Francesco ha rotto la tradizione ispirandosi a San Francesco d’Assisi in segno di povertà, umiltà e cura del creato. Generalmente, il nome che un pontefice sceglie di rivestire incarna una specie di documento programmatico, un segno della sua visione.

Fino al VI secolo i papi mantenevano il nome di battesimo (es. Pietro, Lino, Clemente). Tutto cambia con Giovanni II che nel 533 introduce per primo questa usanza. Infatti, chiamandosi Mercurio – nome fin troppo pagano per il vescovo di Roma – egli non poté farne a meno. Da allora tutti i papi furono chiamati a adottare un nuovo nome in omaggio a un predecessore, un santo, o per contraddistinguere un programma di governo. Il nome di un papa è il primo messaggio al mondo, una profonda dichiarazione d’intenti.

Quali sono stati i nomi usati più spesso, e che cosa significano? 

  • Giovanni (23 volte)
    Il nome Giovanni evoca equilibrio, carità e apertura ed è il nome più amato della storia della Chiesa. Deriva da Yohanan, ebraico per “Dio è misericordioso” e ha avuto fortuna nel medioevo regnando quasi incontrastato dai secoli bui fino al 1334. Caduto poi in disuso, il nome è tornato in auge grazie a Giovanni XXIII (1958–1963), il “Papa buono” che convocò il Concilio Vaticano II. Poi è arrivato Giovanni Paolo I, il primo nella storia a unire due nomi e che ispirò a sua volta Papa Wojtyła nell’omaggiare i suoi due predecessori;
  • Gregorio (16 volte)
    È un nome usato in momenti critici, spesso da pontefici decisi a rafforzare il potere spirituale e morale della Chiesa. Dal greco gregorein, “essere vigilante”. È un nome che richiama il rigore dottrinale e la riforma. Il più celebre è Gregorio I “Magno” (590–604): padre della liturgia gregoriana, riformatore e autore dei “Dialoghi”. Gregorio VII fu il Papa della lotta per le investiture contro l’Impero;
  • Benedetto (16 volte)
    È un nome austero, che si adatta a un Papa teologo, intellettuale, oppure a un riformatore. Significa “benedetto da Dio” ed è legato a San Benedetto da Norcia, fondatore del monachesimo occidentale. Il nome è stato scelto da papi che volevano richiamare valori di preghiera, ordine e cultura. L’ultimo è stato Ratzinger, Benedetto XVI (2005–2013);
  • Clemente (14 volte)
    Dal latino clemens, “misericordioso”. Invece viene scelto da papi conciliatori in cerca di stabilità. Clemente V nel 1309 trasferì la sede papale ad Avignone. Clemente XIV, l’ultimo con questo nome, ha soppresso l’Ordine dei Gesuiti nel 1773 sotto forti pressioni politiche europee. Un nome potente ma delicato che evoca attenzione pastorale, desiderio di riconciliazione, uno stile meno ideologico e più diplomatico;
  • Innocenzo (13 volte)
    “Innocenzo” deriva dal latino innocens, che significa “non nocivo”, “puro”, “senza colpa”. Paradossalmente, molti Innocenzo hanno esercitato un notevole potere temporale e politico. Il nome vuole legittimare moralmente la propria figura agli occhi della Chiesa. Il più celebre è Innocenzo III (1198–1216), apoteosi del potere papale nel Medioevo, che affermò la supremazia del papato su tutti i sovrani cristiani e intervenne in Inghilterra, Germania e Italia come arbitro politico;
  • Leone (13 volte)
    Simbolo di grandezza, autorità, coraggio e dottrina. Leone I (440–461) fermò Attila sul Mincio (Mantova) e fu proclamato Dottore della Chiesa. Nei bestiari medievali, il leone rappresentava Cristo: re e salvatore. Un papa “Leone” si propone come guida forte pronto a difendere la fede e i suoi fedeli. Leone XIII (1878–1903) è noto per la sua enciclica Rerum Novarum, con cui la Chiesa affrontò il tema sociale del mondo moderno. Da allora nessun papa ha più scelto questo nome, forse per rispetto, o forse perché Leone XIII è considerato una figura “conclusiva”, che ha chiuso un’epoca;
  • Pio (12 volte)
    Dal latino pius, “devoto”, “rispettoso”. È un nome tipico della Chiesa ottocentesca e preconciliare che richiama fede profonda, ortodossia, rigore morale e tradizione. Spesso scelto da papi che volevano seguire un pontificato di fermezza dottrinale e spirituale. Pio IX (1846–1878) è stato il papa più longevo della storia (31 anni). Pio XII (1939–1958) in carica durante la Seconda Guerra Mondiale rimane tuttora una figura controversa per via del suo silenzio sull’Olocausto;
  • Stefano (9 volte)
    Nome di origine greca, significa “coronato”. Il primo Papa martire fu proprio Stefano I nel III secolo sotto l’impero di Valeriano. Il nome è legato al sangue dei primi cristiani, e richiama l’idea di sacrificio e fedeltà, ma è quasi scomparso dopo il primo millennio. L’ultimo fu Stefano IX (uff. VIII) – 1057–1058;
  • Bonifacio (9 volte)
    Dal latino bonum facere, “fare il bene” è un nome che richiama l’agire cristiano concreto, la bontà attiva, il pastore che guida facendo opere buone. Molto popolare tra IX e XIV secolo e spesso legato a papi riformatori, autoritari, ambiziosi o di forte carisma. Bonifacio VIII è noto per il Giubileo del 1300 e per i dissapori con Dante Alighieri, che lo colloca all’Inferno nella Divina Commedia. L’ultimo fu Bonifacio IX (1389–1404) papa durante lo Scisma d’Occidente;
  • Alessandro (8 volte)
    Nome di origine greca, significa “difensore dell’umanità” ed è legato alla figura di Alessandro Magno. Evoca autorità, determinazione, e protezione del gregge cristiano. Una figura che non accetta compromessi. Il più noto è Alessandro VI (Rodrigo Borgia), tristemente noto come simbolo di corruzione e nepotismo nella Chiesa rinascimentale;
  • Urbano (8 volte)
    Deriva dal latino urbanus, cioè “raffinato, cittadino, civile”. Un nome che evoca umanità, intelligenza e sobrietà. Nell’antica Roma, urbanus era chi abitava la città, distinto dal rusticus (il contadino). Il nome porta con sé un senso di centralità, equilibrio e decoro. Il più noto è Urbano II, che nel 1095 lanciò la Prima Crociata.

di Angelo Annese

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI

    Exit mobile version