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Cosa succede dopo la morte del Papa: antiche tradizioni, funerali e Conclave

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«Morto un Papa se ne fa un altro», si dice. E perché questo avvenga, dopo la morte del Papa c’è una lunga serie di passaggi da mettere in atto prima che un nuovo Pontefice si presenti al mondo e assuma la guida della Chiesa

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Cosa succede dopo la morte del Papa: antiche tradizioni, funerali e Conclave

«Morto un Papa se ne fa un altro», si dice. E perché questo avvenga, dopo la morte del Papa c’è una lunga serie di passaggi da mettere in atto prima che un nuovo Pontefice si presenti al mondo e assuma la guida della Chiesa

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Cosa succede dopo la morte del Papa: antiche tradizioni, funerali e Conclave

«Morto un Papa se ne fa un altro», si dice. E perché questo avvenga, dopo la morte del Papa c’è una lunga serie di passaggi da mettere in atto prima che un nuovo Pontefice si presenti al mondo e assuma la guida della Chiesa

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La morte del Papa getta nello sconforto milioni di fedeli nel mondo e, ovviamente, l’intera Chiesa. Ma i sentimenti di dolore e costernazione non possono in alcun modo fermare la complessa macchina Vaticana. «Morto un Papa se ne fa un altro», si dice. E perché questo avvenga c’è una lunga serie di passaggi da mettere in atto.

«Il Papa è davvero morto»

Il primo: accertarsi che il Santo Padre sia davvero tornato alla casa di Dio. Oggi, con le tecniche mediche, sembra un’assurdità, ma in passato il rischio di seppellire un uomo vivo era reale. La procedura prevede che il cardinale camerlengo (l’amministratore finanziario della Santa Sede, nonché “vicario” del Papa durante il periodo di Sede Vacante; oggi è lo statunitense Kevin Joseph Farrell) batta per tre volte con un martelletto sulla fronte del Pontefice. Questo, in passato, serviva a verificare che non ci fossero reazioni vitali. Poi scuote dolcemente le spalle del Santo Padre e lo chiama con il nome di battesimo, più radicato nella sua mente di quello d’elezione.

Se non riceve risposta, con la formula «Vere Papa mortuus est» («Il Pontefice è davvero morto»), il camerlengo conferma la morte del Papa. Oggi, oltre a queste procedure tradizionali, è presente un medico: la morte, di fatto, la certifica lui.

rottura dell'anello piscatorio
La rottura dell’anello piscatorio segna la fine del pontificato del Papa (immagine dal film “Angeli e Demoni”)

A questo punto il camerlengo sfila l’anello piscatorio (simbolo, oggi come un tempo, del potere papale) dal dito del Pontefice. E lo distrugge, per impedire che chiunque possa sigillare documenti fingendosi il Papa. Oggi, più che rompere l’intero gioiello, si usa graffiare irrimediabilmente il motivo decorativo sul castone. Dopo questo passaggio, il camerlengo assume la guida amministrativa della Chiesa fino all’elezione del nuovo Santo Padre. E solo allora, data la notizia al cardinale vicario di Roma (che fa le veci del Pontefice in quanto vescovo della città; oggi è Baldassarre Reina), il pubblico sarà informato del decesso.

L’omaggio del mondo al Papa

Nel frattempo la macchina vaticana si muove. Il corpo del Papa viene traslato, secondo tradizione, nella Cappella Sistina per essere imbalsamato alla presenza dei cardinali presenti a Roma. Oggi la procedura avviene in un obitorio. Il corpo indosserà con un pallio realizzato per l’occasione, una mitria vescovile bianca e una casula (l’abito usato per la messa) rossa. Intanto tutti gli appartamenti papali, al Palazzo Apostolico e in San Giovanni in Laterano, sono sigillati: si potranno riaprire solo una volta eletto il nuovo Santo Padre.

Il giorno successivo alla morte del Papa (tempi tecnici permettendo) il corpo arriva nella Basilica di San Pietro. Rimane esposto in camera ardente per le successive 72 ore. Il pubblico potrà rendergli omaggio, in attesa del funerale.

funerali di papa Benedetto XVI
I funerali del Papa (in questo caso Benedetto XVI) avvengono ormai da tempo all’aperto, in piazza San Pietro

I riti funebri del Papa non sono cosa rapida. Prendono il nome di Novendiali (dal latino, “nove giorni”). Per nove giorni la Chiesa è in lutto e celebra, con messe quotidiane. La prima giornata è dedicata al funerale vero e proprio, in San Pietro. Sin dal 1978 la cerimonia si svolge all’esterno della Basilica, per consentire a più persone possibili di partecipare. Nei giorni successivi seguono altre celebrazioni, formalmente rivolte a diverse categorie “territoriali” di fedeli. Quel che è importante, però, è che al termine della messa funebre il corpo del Pontefice, in una semplice bara di legno, viene tumulato. Papa Francesco, a differenza della maggioranza dei suoi predecessori, ha scelto di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore (e non nelle Grotte Vaticane).

Verso l’elezione di un nuovo Papa

L’ultimo giorno dei Novendiali (che di norma è il 12esimo o il 13esimo dopo la morte del Papa) è dedicato a una grande celebrazione cui partecipano tutti i cardinali che compongono il Collegio Cardinalizio. Tra loro ci sono i 138 (oggi) alti prelati under-80 che comporranno il Conclave, destinato a eleggere il nuovo Pontefice. Provengono da tutto il mondo e saranno stati convocati a Roma, subito dopo l’annuncio del decesso del Santo Padre, dal cardinale decano del Collegio (oggi, Giovanni Battista Re).

Al termine della messa i cardinali si prepareranno al Conclave, la cui data di inizio si stabilisce nel corso dei Novendiali. Per tutta la durata delle votazioni alloggeranno nella residenza di Santa Marta, senza poter avere alcun contatto con il mondo esterno. Il Conclave avviene a porte sprangate nella Cappella Sistina e, per essere eletto, il candidato deve ricevere i due terzi dei voti totali. In caso non si riesca a raggiungere un compromesso, al 35esimo scrutinio (ma ormai da secoli non si arriva a questo punto) si sfideranno in ballottaggio i due nomi più votati nel precedente round. Ogni votazione nulla viene annunciata all’esterno da una fumata nera, ottenuta bruciando in una stufa le schede e alcuni additivi.

L'apertura del Conclave all'interno della Cappella Sistina
Dopo aver radunato i cardinali elettori nella Cappella Sistina, il decano del Conclave reciterà la formula «Extra omnes!», invitando tutti i non cardinali a lasciare la sala. E così sarà fino all’elezione di un nuovo Papa

A elezione avvenuta (annunciata da una fumata bianca), il cardinale eletto dovrà rispondere alle domande del decano. Prima: «Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?» («Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?»). Se la risposta è affermativa, segue la domanda: «Quo nomine vis vocari?» («Con quale nome vuoi essere chiamato?»). Una volta scelto il suo nuovo nome, il Papa si sposta nella “stanza delle lacrime”, un piccolo ambiente collegato alla Sistina dove, dopo essersi lasciato andare all’emozione, avrà a disposizione una selezione in varie taglie degli abiti, dei paramenti e dei gioielli papali. Uscirà da quella stanza vestito da Pontefice, diretto verso la loggia di San Pietro. Da cui sarà presentato al mondo e inizierà il suo pontificato.

Di Umberto Cascone

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