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Da uno sfratto a un omicidio senza giustizia

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Il blocco degli sfratti terminerà a fine anno, ma è solo una delle tante cause che aggravano e scatenano tensioni tra inquilini e proprietari di casa. Il 79enne ucciso a Cagliari dal suo affittuario è l’esempio che rispecchia la realtà in Italia.

Da uno sfratto a un omicidio senza giustizia

Il blocco degli sfratti terminerà a fine anno, ma è solo una delle tante cause che aggravano e scatenano tensioni tra inquilini e proprietari di casa. Il 79enne ucciso a Cagliari dal suo affittuario è l’esempio che rispecchia la realtà in Italia.
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Da uno sfratto a un omicidio senza giustizia

Il blocco degli sfratti terminerà a fine anno, ma è solo una delle tante cause che aggravano e scatenano tensioni tra inquilini e proprietari di casa. Il 79enne ucciso a Cagliari dal suo affittuario è l’esempio che rispecchia la realtà in Italia.
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L’epilogo tragico di una vicenda simile a tante raccontate in questi mesi. Un inquilino moroso e un proprietario di casa che da anni tenta di rientrare in possesso del proprio appartamento. Una lite fra i due e l’inquilino, 76 anni, spara e uccide il 79enne a cui doveva otto anni di affitto. È accaduto in provincia di Cagliari, ma è l’emblema di situazioni praticamente identiche che si verificano in tutta Italia e che il blocco degli sfratti, che terminerà a fine anno, ha solo aggravato. In questo caso i due abitavano l’uno accanto all’altro, c’era una sentenza di sfratto che sarebbe diventata esecutiva a febbraio, ma la tensione era diventata insostenibile fra i due e così quando per l’ennesima volta il proprietario ha chiesto all’inquilino di lasciare la casa e pagargli gli affitti arretrati, lui gli ha sparato. Il problema – qui e in tante vicende analoghe – è che sono questioni che dovrebbero risolversi in fretta e che invece si trascinano per anni: persino quando interviene l’ufficiale giudiziario la maggior parte delle volte non cambia nulla. Se il moroso non si fa trovare, il tutto slitta ancora per altri mesi. Non esiste poi un automatismo che preveda l’intervento della forza pubblica, l’unica cosa che nella maggior parte dei casi sarebbe risolutiva. Un corto circuito che si ripete e sul quale è inaccettabile non si intervenga. Anche perché i proprietari si ritrovano in un limbo che pare infinito e cercano di risolvere da soli le cose, a rischio di andare incontro a reazioni violente. di Annalisa Grandi

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