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Emanuela Orlandi sghignazzata da Fedez

La battuta di Fedez su Emanuela Orlandi, insieme al co-conduttore Luis Sal durante la puntata di Muschio Selvaggio

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Emanuela Orlandi sghignazzata da Fedez

La battuta di Fedez su Emanuela Orlandi, insieme al co-conduttore Luis Sal durante la puntata di Muschio Selvaggio

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Emanuela Orlandi sghignazzata da Fedez

La battuta di Fedez su Emanuela Orlandi, insieme al co-conduttore Luis Sal durante la puntata di Muschio Selvaggio

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La battuta di Fedez su Emanuela Orlandi, insieme al co-conduttore Luis Sal durante la puntata di Muschio Selvaggio

Una sghignazzata. Incontrollata. Incommentabile. Anzi, sì. Bisogna parlarne, scriverne, perché si tratta di personaggi spesso celebrati, presi come modello, entrati a gamba tesa nella sfera intellettuale ma anche popolare del nostro paese. Che si ritrovano negli spot, in tv, sui social, sui prodotti al supermercato, nei negozi di dischi, di cosmetici. 

Durante una puntata di Muschio Selvaggio, il podcast di Fedez insieme al suo amico, Luis Sal, è stato intervistato il giornalista e conduttore televisivo Gianluigi Nuzzi. Il discorso è scivolato su Emanuela Orlandi, ragazza romana scomparsa a 15 anni nel 1983. Un caso riaperto di recente. Uno dei casi più spinosi nella cronaca nera degli ultimi decenni italiani. 

“Beh, innanzitutto possiamo dire che non l’hanno trovata!”, è stata la battuta di Fedez, cui ha fatto seguito una fragorosa risata, immediatamente imitato dal suo collega di giochi. Nuzzi, sbigottito, ha provato a tornare su toni civili, etichettando l’improbabile gag come un momento di “black humour”. 

 

Con ogni probabilità, considerando anche la mole di commenti che stanno piovendo sulla sua pagina Instagram e Twitter, Fedez produrrà una storia in cui spiegherà la sua versione dei fatti. Magari si scuserà e verrà considerato come una pagina autentica. Ha provato già a scusarsi in diretta. Perché conosce i tempi della comunicazione social, vive anche di quello e quindi andava centrato il timing ideale per ricomporre il caso mediatico. Magari aggiungerà che Muschio Selvaggio, il suo podcast condiviso, resta una specie di agorà di sregolatezza, dove l’elemento “ignoranza” è un tratto costitutivo. Anzi, forse il segreto del successo di una linea editoriale che di sicuro non cambierà. Perché quello che fa discutere poi tira, acquista seguaci. E’ un fenomeno inspiegabile, ma succede. 

 

A Fedez piace scherzare. Non è il primo caso. Anche provocare. Qualche giorno fa ha commentato con qualche parola fuori posto la vittoria legale sul Codacons, che l’aveva accusato di diffamazione attraverso una serie di affermazioni, ovviamente sui social. Un momento trascurabile, anche l’offesa, la parolaccia, ormai va e viene sui social, è derubricata a politically uncorrect.

Ma sul caso Orlandi si tratta di andare a toccare la suscettibilità di una famiglia consumata da un dolore quarantennale, toccata nella carne viva con la riapertura del caso. Insomma, quella sensazione di onnipotenza di poter dire tutto o quasi tutto dovrebbe essere maneggiata con cura. Ci sono dei limiti, senza essere bacchettoni. Il rischio è una miscela esplosiva. Il rischio è procurare dolore, anzi acuire un dolore già infinito.

  Di Nicola Sellitti

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