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Francis Kaufmann: un milione per un film, due vite spezzate

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Francis Kaufmann, l’uomo che si faceva chiamare Rexal Ford e che è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la compagna e la loro bambina a Villa Pamphili, ha ricevuto quasi un milione di euro di finanziamenti dal nostro ministero della Cultura per produrre un film

Francis Kaufmann: un milione per un film, due vite spezzate

Francis Kaufmann, l’uomo che si faceva chiamare Rexal Ford e che è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la compagna e la loro bambina a Villa Pamphili, ha ricevuto quasi un milione di euro di finanziamenti dal nostro ministero della Cultura per produrre un film

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Francis Kaufmann: un milione per un film, due vite spezzate

Francis Kaufmann, l’uomo che si faceva chiamare Rexal Ford e che è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la compagna e la loro bambina a Villa Pamphili, ha ricevuto quasi un milione di euro di finanziamenti dal nostro ministero della Cultura per produrre un film

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Ha destato giustamente scalpore la notizia che Francis Kaufmann, l’uomo che si faceva chiamare Rexal Ford e che è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la compagna e la loro bambina a Villa Pamphili, avesse ricevuto quasi un milione di euro di finanziamenti dal nostro ministero della Cultura per produrre un film. Peraltro mai realizzato.

Francis Kaufmann e le sue e ambizioni nel mondo dello spettacolo

Nei giorni scorsi erano emerse le ambizioni dell’uomo nel mondo dello spettacolo. Ma certo colpisce che fosse ritenuto così credibile da ottenere addirittura delle sovvenzioni statali. Il film si sarebbe dovuto chiamare “Stelle della notte”, il periodo in cui ciò avveniva è il 2023. Ovvero quando, dopo la crisi dovuta al Covid, si stanziarono ingenti fondi per ridare nuovo slancio al mondo del cinema. Peccato che la società che avrebbe dovuto produrlo fosse fittizia, intestata allo stesso Kaufmann.

E oggi il ministro Giuli parla di “rabbia e sgomento” per quel finanziamento e annuncia accertamenti. Di certo, questo uomo è un truffatore, ancora prima di diventare un assassino. Ed è probabile, anzi quasi certo, che proprio questa sua abilità nell’ingannare abbia fatto cadere nella sua rete quella che solo pochi giorni fa abbiamo scoperto essere Anastasia Anatolyevna Trofimova. 28 anni, la donna trovata morta insieme alla figlia a Villa Pamphili.

La madre ha riconosciuto Anastasia da un tatuaggio. E ha contattato “Chi l’ha visto”

L’ha riconosciuta la madre da un tatuaggio perché fino a quel momento l’identità della donna sembrava avvolta dal mistero. Anastasia lo aveva conosciuto a Malta dove era andata per un corso di inglese. «L’ultima volta l’ho sentita il 2 giugno — ha raccontato la donna a Chi l’ha visto —mi ha scritto che aveva problemi con quell’uomo. Ma che li stava risolvendo». Invece, pochi giorni dopo sarebbe morta. Strangolata, presumibilmente. All’inizio si era parlato di morte naturale ma ora sembra farsi strada la certezza che l’uomo, comunque si facesse chiamare, abbia ucciso lei e poi la bambina, che si chiamava Andromeda, racconta la mamma di Anastasia. Una storia agghiacciante, di un uomo già denunciato negli Stati Uniti, identificato poi a Roma, ma mai fermato.

di Annalisa Grandi

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