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Fumetti, Zerocalcare diserta Lucca Comics per via del patrocinio d’Israele

Zerocalcare ha annunciato sui social che non prenderà parte al Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata israeliana sull’evento
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Fumetti, Zerocalcare diserta Lucca Comics per via del patrocinio d’Israele

Zerocalcare ha annunciato sui social che non prenderà parte al Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata israeliana sull’evento
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Fumetti, Zerocalcare diserta Lucca Comics per via del patrocinio d’Israele

Zerocalcare ha annunciato sui social che non prenderà parte al Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata israeliana sull’evento
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Zerocalcare ha annunciato sui social che non prenderà parte al Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata israeliana sull’evento
“Purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema”. Così il fumettista Michele Rech, in arte Zerocalcare, annuncia sui social che diserterà Lucca Comics, la manifestazione in programma dal 1 al 5 novembre.
 
“Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo – sottolinea – ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire”, prosegue, spiegando di non comprendere come sia “possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in sfregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione”.
 
“Non è una gara di radicalità – aggiunge – e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese”.

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