Garlasco, che giustizia sarà mai quella in tv?
Televisioni, quotidiani, commentatori, giornalisti, avvocati: tutti devono parlare Garlasco
Garlasco, che giustizia sarà mai quella in tv?
Televisioni, quotidiani, commentatori, giornalisti, avvocati: tutti devono parlare Garlasco
Garlasco, che giustizia sarà mai quella in tv?
Televisioni, quotidiani, commentatori, giornalisti, avvocati: tutti devono parlare Garlasco
Televisioni, quotidiani, commentatori, giornalisti, avvocati: tutti devono parlare Garlasco. Il primo motivo: una condanna, per omicidio, è già stata pronunciata e quasi interamente scontata. Come deve avvenire in un Paese civile, il responsabile di un gesto profondamente destabilizzante è stato identificato e punito. Ma… Ecco il secondo motivo: l’apertura di un nuovo filone di indagine sconvolge il risultato e ne altera gli effetti. Il condannato è innocente? Equivale a ciò che, nell’ordinario, definiremmo il caos. Il terzo motivo: visi già visti delle cui colpe ora si discetta (a partire da Andrea Sempio). Sono passati 17 anni dalla morte di Chiara Poggi e la giustizia coinvolge una persona che già era stata indagata. Chi potrebbe ridare – una seconda volta! – a Sempio la vita sottratta? Infine, coinvolto addirittura chi aveva condotto l’inchiesta: il procuratore Mario Venditti.
È il dramma della giustizia, mentre Alberto Stasi continua a scontare la sua condanna: all’origine dell’ultimo colpo di scena non ci sarebbe l’errore ma la corruzione. Il magistrato che svolse le indagini è toccato dal dubbio più infamante. Qui le spinte all’attenzione mediatica impazziscono: per poche migliaia di euro salva un omicida e condanna un innocente? Ma la sua richiesta fu accolta da un giudice: perché? Come avrebbe fatto ad alterare la verità senza che alcuno se ne avvedesse? Perché sono dovuti trascorrere quasi vent’anni? E in tv si banchetta su ciò che resta della giustizia.
di Cesare Cicorella
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche