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Giustificare non aiuta i figli a crescere

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Colpisce l’atteggiamento dei genitori dei ragazzi coinvolti nella vicende di violenza sessuale ai danni di alcune coetanee. Silenzi e giustificazioni che non aiuto i giovani a crescere.

Giustificare non aiuta i figli a crescere

Colpisce l’atteggiamento dei genitori dei ragazzi coinvolti nella vicende di violenza sessuale ai danni di alcune coetanee. Silenzi e giustificazioni che non aiuto i giovani a crescere.
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Giustificare non aiuta i figli a crescere

Colpisce l’atteggiamento dei genitori dei ragazzi coinvolti nella vicende di violenza sessuale ai danni di alcune coetanee. Silenzi e giustificazioni che non aiuto i giovani a crescere.
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«Sta dicendo che l’abbiamo stuprata. Siamo nella m…». Le chat dei compagni di classe della ragazzina che ha denunciato una violenza sessuale a Reggio Emilia sono soltanto l’ultimo degli elementi che in queste settimane rimbalzano sui giornali, insieme alle risse fra giovanissimi che sembrano dilagare da Nord a Sud. Che se ne parli di più o che vi sia un reale incremento di questi episodi è difficile capirlo, e di certo su ciascuna vicenda toccherà a chi indaga accertare come sono andate veramente le cose. Quello che colpisce però è l’atteggiamento degli adulti, inteso come genitori dei ragazzi coinvolti in queste vicende. Si alternano silenzi e giustificazioni, a cominciare dalla presunta violenza di Capodanno a Roma. È evidente che sia difficile controllare ciò che fanno i propri figli adolescenti, ma rimane il fatto che davanti a certe accuse fare da scudo non possa che essere un errore. Per una madre o un padre è comprensibile la fatica di ammettere che un figlio possa essere diventato violento o essere addirittura coinvolto in un abuso sessuale. Non si fa però certo il bene di quei ragazzi, provando a giustificarli. Perché quella è un’età in cui ancora tutto può essere scritto e la strada che si prende allora può determinare chi si diventerà in futuro. Non condannare comportamenti inaccettabili, significa lasciar passare il concetto che andare oltre le regole sia ammissibile. Invece tocca agli adulti in primo luogo assumersi delle responsabilità, se vogliamo che anche i giovani lo facciano. di Annalisa Grandi

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