Il buco nero di Villa Pamphili
Il buco nero di Villa Pamphili: una storia di solitudine, di disperazione e infine di violenza, consumatasi a pochi passi da chi ogni giorno frequenta il parco

Il buco nero di Villa Pamphili
Il buco nero di Villa Pamphili: una storia di solitudine, di disperazione e infine di violenza, consumatasi a pochi passi da chi ogni giorno frequenta il parco
Il buco nero di Villa Pamphili
Il buco nero di Villa Pamphili: una storia di solitudine, di disperazione e infine di violenza, consumatasi a pochi passi da chi ogni giorno frequenta il parco
C’è qualcosa di infinitamente triste, oltre che tragico, nella vicenda della donna e della neonata trovate morte a Roma a Villa Pamphili. Mentre si cerca ancora di ricostruire l’identità, sono state diffuse le immagini di alcuni tatuaggi della donna, che sarebbe morta alcuni giorni prima della bambina.
La piccola potrebbe essere stata strangolata, pare ormai accertato che fossero madre e figlia. Ma quello che sconcerta è il silenzio che avvolge questa vicenda. Il fatto che ancora non si riesca a capire chi siano le vittime di questa duplice tragedia. Persone che da qualche settimana dormivano nel parco, hanno raccontato alcuni clochard. Senzatetto o chissà.
Una storia di solitudine, di disperazione e infine di violenza. Consumatasi a pochi passi da chi, romani e turisti, ogni giorno frequenta quel parco. Un buco nero, due vite inghiottite nel centro della capitale.
E fa ancora più impressione perché di queste due vite una era appena nata, una bimba che non diventerà mai grande. Forse uccisa è lasciata lì tanto da “sembrare un bambolotto” come ha raccontato chi l’ha ritrovata. Si sta cercando, anche confrontando con i database esteri, di capire, di dare un nome alla mamma di questa bimba. Per risalire anche, si spera, all’uomo che è stato visto con loro. Che potrebbe essere l’assassino. Ma per ora questa mamma e questa bimba rimangono due morti senza identità.
Due vite spezzate accanto a dove chi ha una vita “normale” va a passeggiare e a prendere il sole. Un contrasto così stridente, così tragico, eppure purtroppo reale. A raccontare ancora una volta di quei buchi neri, nelle nostre città. Dove chi è disperato, chi non ha nulla, vive e a volte muore avvolto dal silenzio.
Di Annalisa Grandi
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