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Il desiderio di Gemma per il suo 100esimo compleanno

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Gemma Vanzan, per i suoi 100 anni, ha espresso il suo desiderio: un minuto di rumore anziché di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin
Gemma Vanzan

Il desiderio di Gemma per il suo 100esimo compleanno

Gemma Vanzan, per i suoi 100 anni, ha espresso il suo desiderio: un minuto di rumore anziché di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin
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Il desiderio di Gemma per il suo 100esimo compleanno

Gemma Vanzan, per i suoi 100 anni, ha espresso il suo desiderio: un minuto di rumore anziché di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin
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Gemma Vanzan, per i suoi 100 anni, ha espresso il suo desiderio: un minuto di rumore anziché di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin e di tutte le vittime di femminicidio. Nella Rsa di Monastier di Treviso in cui è ospite, ha invitato tutte le sue amiche a far sentire la propria voce. “Le donne devono farsi sentire e non rimanere in silenzio. La violenza domestica è una cosa molto brutta”, ha commentato. Un gesto piccolo ma carico di un significato simbolico enorme. Gemma, come tante donne della sua generazione, simboli di una cultura meschina e tossica che non ha ancora smesso di mietere vittime fino ad oggi. Donne abituate al silenzio, incapaci di pensarsi libere di pensare e di agire, incapaci di ribellarsi. Donne, come nonna Gemma, che nonostante una vita così longeva da potersi permettere di vivere più per i ricordi del passato che per i progetti per il futuro, decidono ancora di schierarsi dalla parte giusta della storia. Di contribuire ad eliminare le scorie di una cultura tossica e meschina di cui sono state protagoniste loro malgrado, in silenzio, e le cui scorie sono ancora così cocciutamente ancorate al nostro presente. E il silenzio di alcuni, l’assenza dei nostri politici in Aula durante la discussione della legge contro la violenza sulle donne, le polemiche sterili di chi accusa la sorella di Giulia di essere una “sporca femminista di 4 soldi”, ci confermano che tante altre candeline dovranno ancora immolarsi alla causa femminile. di Raffaela Mercurio

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