Il giorno della paura del blocco che bloccherà l’Italia
Oggi giornata di sciopero in tutta Italia. Dopo 24 ore di polemiche e scontri politici ci si chiede a cosa servano le Autorità garanti
Il giorno della paura del blocco che bloccherà l’Italia
Oggi giornata di sciopero in tutta Italia. Dopo 24 ore di polemiche e scontri politici ci si chiede a cosa servano le Autorità garanti
Il giorno della paura del blocco che bloccherà l’Italia
Oggi giornata di sciopero in tutta Italia. Dopo 24 ore di polemiche e scontri politici ci si chiede a cosa servano le Autorità garanti
Oggi giornata di sciopero, dunque, dopo 24 ore di polemiche, scontri politici al calor bianco, pronunciamenti del tutto inutili del garante sugli scioperi, controdeduzioni del leader della Cgil Landini, retromarcia dall’originaria idea del ministro dei trasporti Salvini di procedere alla precettazione (ma non è detto che ci si arrivi comunque).
Insomma, è accaduto di tutto, la politica come sempre in questi casi ha preso il sopravvento, fagocitato qualsiasi cosa, della stessa flottiglia si è parlato meno e oggi la gente esce di casa senza sapere quali servizi saranno garantiti, quali no, eventualmente in quali orari.
Una cosa francamente insopportabile, oltre il sacrosanto diritto di sciopero, di manifestare, di scendere in piazza in favore della missione stoppata a 80 miglia nautiche dalla Striscia di Gaza dalla marina militare israeliana.
Ci si chiede a cosa servano in Italia le Autorità garanti, se ieri pomeriggio nel giro di un’ora siamo passati dalla dichiarazione di illegittimità dello sciopero generale di oggi – perché contravverrebbe all’obbligo di preavviso di 10 giorni previsto dalla legge – all’annuncio dello stesso Landini di andare avanti come se nulla fosse, in forza e virtù di un ricorso d’urgenza che è così d’urgenza che verrà discusso solo nei prossimi giorni a sciopero fatto e finito.
Questo è il quadro ed è probabile che molti di voi non abbiano idea se infine troveranno o meno un autobus, un treno o una metropolitana ad attenderli.
I sacerdoti dello sciopero e della protesta sempre e comunque ci ricordano con l’aria di chi sa (mentre noi non sappiamo mai, secondo loro), che lo sciopero si proclama proprio per creare disagi e quindi non dobbiamo farla troppo lunga.
Continuiamo, ribadendo il massimo rispetto per chi scenderà in piazza oggi e il piacere democratico di vedere tanti ragazzi manifestare per un’ideale, che uguale rispetto andrebbe riconosciuto ai lavoratori, alle famiglie che devono accompagnare i figli a scuola, a un Paese che non può essere bloccato dalla sola minaccia di essere bloccato. Che poi ciò che accade puntualmente in casi come questi. L’effetto annuncio è più che sufficiente.
Alla fine, fra la soddisfazione di chi avrà visto i cortei o il fastidio di chi la pensa in modo diverso, ci troveremo al punto di partenza a chiederci perché la tutela prevista per legge di determinati diritti possa essere calpestata nell’assoluta e totale indifferenza di chi sostiene di rappresentare i lavoratori.
Sempre sperando che i soliti noti, i professionisti dello sfascio e del caos, non decidano di approfittare dell’occasione, come già si è visto ieri sera a Torino e Firenze, per esempio.
Di Fulvio Giuliani
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