Il miracolo della Pacific Rose: dall’Ucraina all’Interporto di Marghera
E’ sbarcata stamane all’Interporto di Marghera la “Pacific Rose”, una nave carica di mais e semi di soia salpata dall’Ucraina. dopo lo sblocco dei porti deciso questa estate. Uno sbarco che racconta di speranza e ci rende consapevoli ancora di più di come questa guerra e le sue conseguenze, tocchino da vicino anche noi
| Cronaca
Il miracolo della Pacific Rose: dall’Ucraina all’Interporto di Marghera
E’ sbarcata stamane all’Interporto di Marghera la “Pacific Rose”, una nave carica di mais e semi di soia salpata dall’Ucraina. dopo lo sblocco dei porti deciso questa estate. Uno sbarco che racconta di speranza e ci rende consapevoli ancora di più di come questa guerra e le sue conseguenze, tocchino da vicino anche noi
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E’ sbarcata stamane all’Interporto di Marghera la “Pacific Rose”, una nave carica di mais e semi di soia salpata dall’Ucraina. dopo lo sblocco dei porti deciso questa estate. Uno sbarco che racconta di speranza e ci rende consapevoli ancora di più di come questa guerra e le sue conseguenze, tocchino da vicino anche noi
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E’ sbarcata stamane all’Interporto di Marghera la “Pacific Rose”, una nave carica di mais e semi di soia salpata dall’Ucraina. dopo lo sblocco dei porti deciso questa estate. Uno sbarco che racconta di speranza e ci rende consapevoli ancora di più di come questa guerra e le sue conseguenze, tocchino da vicino anche noi
“Pacific Rose” è la nave attraccata stamane al porto di Marghera a Venezia dal carico speciale, degno del suo nome che parla di pace. Partito dall’Ucraina – dal porto di Yuzhnye non lontano da Odessa – questo colosso dei mari, lungo 200 metri, ha trasportato in Italia 20mila tonnellate di mais e 5mila di semi di soia, che sarà destinato a soddisfare fabbisogni alimentari. Uno sbarco reso possibile dopo lo sblocco dei porti ucraini arrivato dopo mesi di trattative tra Mosca e Kiev e la supervisione della Turchia e della NATO; uno sbarco che sa di speranza e ci ricorda come questa guerra, seppur lontana, abbia conseguenze dirette anche sul nostro paese.
“Oggi è stata una giornata particolare – è stato il commento di Bruno Savio, presidente di Interporto Rivers Venezia, la società che gestisce lo scalo navale di Interporto Marghera – Vedere arrivare una nave così grande nel nostro porto è sempre affascinante ancor più se si pensa al carico che trasporta e al fatto che proviene da un paese così travagliato” .
Un’emozione che non si sono fatti sfuggire nemmeno i tanti addetti ai lavori presenti che hanno voluto accogliere di persona il cargo, consapevoli che oggi, a Venezia, si è avuta conferma di una ripresa di traffici commerciali che è un primo segnale di speranza per una positiva definizione della drammatica guerra in corso. Come per esempio Davide Bellosi, direttore Veneto e Friuli Venezia Giulia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che, tra gli altri, ha anche il compito di analizzare la merce che approda nei porti.
Ma quella di oggi è solo la prima di 7 navi che sbarcheranno nell’Interporto Rivers Venezia, : “Complessivamente arriveremo a ricevere qualcosa come 150mila tonnellate dall’Ucraina – continua Savio – L’agroalimentare si conferma un segmento strategico per il nostro terminal: per il 2023 prevediamo di trasportare 350mila tonnellate di merce, numeri che qui a Venezia non si vedevano dal 2016”.
I traffici complessivi che transitano per l’Interporto Rivers Venezia – che comprendono per esempio materiali ferrosi, sabbie, marmi, cementi – supereranno quest’anno il milione di tonnellate. Una cifra significativa che ha incentivato la società a operare investimenti strategici per accompagnare ed efficentare le importanti attività di sviluppo commerciale interne al terminal portuale.
“Con questo primo carico arrivato dall’Ucraina abbiamo anche la possibilità di far debuttare un nuovo macchinario acquistato dall’Interporto per rendere un servizio aggiuntivo alla clientela in termini di selezione e qualità del prodotto trattato – spiega Graziano Cassaro, procuratore speciale e responsabile della sicurezza e della qualità di Interporto Rivers Venezia.
Anche spinti dai nostri clienti abbiamo pensato di acquistare questo pulitore che permette di avere solo chicchi puliti e pronti alla lavorazione. Un servizio affatto scontato ma che forniamo con piacere, in un ottica di costante miglioramento della qualità del servizio”.
Oltre a questo, Interporto Rivers Venezia si è già attivata per dotarsi di pannelli fotovoltaici che rendano una parte dello scalo indipendente dal punto di vista energetico.
L’energia resta infatti la nota dolente comune ad aziende e consumatori. Se per il grano la situazione, per fortuna, si è sbloccata, il prezzo del gas resta un problema. Speriamo in un carico di buone notizie che porti speranza, così come ha fatto oggi la Pacific Rose.
Di Ilaria Cuzzolin
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