Impagnatiello, confermato l’ergastolo ma esclusa la premeditazione. Rabbia della famiglia Tramontano
Ergastolo confermato anche in appello per Alessandro Impagnatiello, escluso però l’aggravante della premeditazione. La sorella di Giulia Tramontano: “Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte”
Impagnatiello, confermato l’ergastolo ma esclusa la premeditazione. Rabbia della famiglia Tramontano
Ergastolo confermato anche in appello per Alessandro Impagnatiello, escluso però l’aggravante della premeditazione. La sorella di Giulia Tramontano: “Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte”
Impagnatiello, confermato l’ergastolo ma esclusa la premeditazione. Rabbia della famiglia Tramontano
Ergastolo confermato anche in appello per Alessandro Impagnatiello, escluso però l’aggravante della premeditazione. La sorella di Giulia Tramontano: “Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte”
Ergastolo confermato anche in appello per Alessandro Impagnatiello, il barman che a maggio 2023 uccise la compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi. Una storia che aveva sconvolto l’Italia, una storia orribile, Impagnatiello puntava a ottenere una riduzione della pena e invece la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato per lui il carcere a vita, escludendo però l’aggravante della premeditazione.
E proprio sul mancato riconoscimento di questa aggravante sono arrivate le parole della sorella di Giulia Chiara che ha scritto: “Vergogna. La chiamano Legge, ma si legge disgusto. L’ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su Internet quanto veleno serve per uccidere una donna, poi l’ha uccisa. Per lo Stato, supremo legislatore, non è premeditazione. Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte”. Una sentenza insomma che, per quanto confermi la pena massima per il barman 32enne, lascia l’amaro in bocca alla famiglia della vittima.
Impagnatiello, lo ricordiamo, uccise Giulia e il piccolo Thiago, il bambino che portava in grembo, con 37 coltellate. Un omicidio arrivato dopo che per mesi lui aveva tentato di avvelenarla con del veleno per topi. Voleva liberarsi di lei e del loro bambino, mentre intrecciava una relazione con un’altra donna.
Una donna con cui Giulia si era incontrata e probabilmente proprio a seguito di quell’incontro Impagnatiello aveva deciso, avevano scritto i giudici nella sentenza di primo grado, di “accelerare il suo piano”, fino a quelle 37 coltellate sferrate con assoluta “freddezza”.
Di Annalisa Grandi
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