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Trenitalia

Incubo pendolari

Una mattinata di ordinaria follia e disservizi su un treno regionale in Lombardia è assurta agli onori delle cronache grazie a “Capitan ventosa”
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Incubo pendolari

Una mattinata di ordinaria follia e disservizi su un treno regionale in Lombardia è assurta agli onori delle cronache grazie a “Capitan ventosa”
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Una mattinata di ordinaria follia e disservizi su un treno regionale in Lombardia è assurta agli onori delle cronache grazie a “Capitan ventosa”
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Una mattinata di ordinaria follia e disservizi su un treno regionale in Lombardia è assurta agli onori delle cronache grazie a “Capitan ventosa”
“Grazie” alla presenza del noto giornalista d’assalto “Capitan ventosa”, una mattinata di ordinaria follia e disservizi su un treno regionale in Lombardia è assurta agli onori delle cronache. È finita in rissa – per motivi da chiarire – ma probabilmente da ricondurre alla folla, al pigia pigia generale, ai nervi che saltano, alla preoccupazione di far tardi e chi più ne ha più ne metta. Ad avere la peggio una capotreno 33enne che nella confusione generale è finita spintonata, trattata in modo incivile, mentre cercava semplicemente di fare il proprio lavoro. Lo ripetiamo, la presenza delle telecamere di Striscia la Notizia fanno in questo caso la notizia, che in realtà non c’è: il disastro dei treni dei pendolari è quotidiano da Sud a Nord, da Ovest a Est. È una costante, una scommessa con se stessi, il proprio tempo, i propri impegni. La quasi certezza di dover cominciare una giornata di studio o di lavoro con un carico di stress e nervosismo totalmente ingiustificato e ingiustificabile, in un Paese che si voglia definire moderno. Ha molto colpito, per esempio, la protesta del 17enne piemontese, che – evidentemente stressato dai ritardi quotidiani del “suo” treno – è esploso guidando una vera e propria rivolta social. Il rimpallo delle responsabilità è un classico che va avanti da anni: Trenitalia chiama in causa le Regioni, che devono gestire anche finanziariamente il trasporto locale. Queste ultime non ci stanno, rivendicano i cospicui investimenti in materiale rotabile e non solo. Puntano l’indice su un’infrastruttura ormai logora, incapace di supportare un trasporto almeno decente nel III millennio. Comunque sia, i pendolari vivono uno stato di rassegnazione mista a furia sempre meno contenuta. Come è mai possibile che scriviamo sempre le stesse cose da almeno vent’anni? È cambiato di tutto, ma resta costante la condanna del carnaio del treno dei pendolari. Non solo scomodo, ma anche insopportabilmente promiscuo, un naturale richiamo per borseggiatori, maniaci e gente che non vede l’ora di approfittare della calca. Qualcosa è stato fatto, lo abbiamo anche ricordato con gli acquisti di nuovi treni, ma evidentemente non è sufficiente. Ci verrà detto che bisogna avere pazienza e che il servizio presto risulterà rivoluzionato dal nuovo materiale rotabile, eccetera, eccetera. Consiglieremmo di provare a dirlo ai passeggeri delle varie linee che, ne siamo certi, commenteranno queste poche righe con le loro esperienze quotidiane. Di Fulvio Giuliani

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