Ischia dopo il terremoto del 2017
A Ischia la fase emergenziale sta per chiudersi ma la ricostruzione di Casamicciola è appena al 20% di quanto era stato stabilito sulla carta
Ischia dopo il terremoto del 2017
A Ischia la fase emergenziale sta per chiudersi ma la ricostruzione di Casamicciola è appena al 20% di quanto era stato stabilito sulla carta
Ischia dopo il terremoto del 2017
A Ischia la fase emergenziale sta per chiudersi ma la ricostruzione di Casamicciola è appena al 20% di quanto era stato stabilito sulla carta
A Ischia la fase emergenziale sta per chiudersi ma la ricostruzione di Casamicciola è appena al 20% di quanto era stato stabilito sulla carta
La ricostruzione di Casamicciola (dopo l’alluvione di quasi due anni fa che ha provocato diversi morti) e del resto dell’isola di Ischia dopo il sisma del 2017 è appena al 20% di quanto stabilito su carta, fra messa in sicurezza e attività di prevenzione. Ma a Ischia sta per chiudersi (il 30 novembre) la fase emergenziale. Questo è lo scenario, che si complica perché nella manovra finanziaria dovrebbero essere fissate altre risorse per proseguire nella sutura delle ferite del territorio isolano. E il prolungamento della fase d’emergenza porterebbe allo snellimento delle procedure amministrative per il rilancio del territorio. «Siamo poco oltre il 20% della ricostruzione e si è a questo punto soprattutto grazie al lavoro del commissario straordinario Giovanni Legnini, con l’applicazione delle procedure semplificate rese possibili grazie alla fase commissariale» spiega a “La Ragione” il sindaco di Lacco Ameno (a pochi metri da Casamicciola, epicentro dell’alluvione) Giacomo Pascale. Sono stati costruiti dal 2022 – ossia dall’avvio del lavoro del commissario Legnini (pure lui in scadenza il 30 novembre) – cinque istituti scolastici pubblici e un centinaio di abitazioni private. «In sostanza, sino a due anni fa si era completamente al palo con i lavori necessari dopo il sisma del 2017» riflette il sindaco di Lacco Ameno. «Non ho mai condiviso la cessazione dello stato d’emergenza, che invece dovrebbe durare fino alla completa ricostruzione, perché di fatto si resta in emergenza. Spero che il governo, con cui il dialogo e la collaborazione non sono mai mancati dal post alluvione, possa prorogare questi termini per concludere gli interventi in cantiere» aggiunge il sindaco. Anche il commissario Legnini, in una recente intervista a “Fanpage.it”, ha sottolineato che servirebbe altro tempo per lavorare sulla riduzione del rischio e sulla prevenzione a Ischia, in attesa del piano definitivo di ricostruzione che per legge spetta alla Regione Campania.
Secondo le disposizioni del decreto Ischia di fine 2022, Legnini ha unito le competenze sia sul post terremoto (che nel 2017 ha provocato due morti e il crollo di diverse abitazioni) sia sul post alluvione, diventando negli ultimi anni il punto di riferimento per i lavori di messa in sicurezza del territorio che hanno riguardato l’isola, discussa per il peso dell’abusivismo edilizio sui danni prodotti dagli eventi naturali avversi. «Ho sempre richiesto l’applicazione della legge Valtellina del 1990 adottata per il rischio idrogeologico in Valtellina e nelle province di Como, Lecco, Bergamo e Brescia, ossia spalmare le risorse su due esercizi finanziari» ha spiegato il sindaco di Lacco Ameno. «Il colloquio con il governo va avanti, ci è sempre stato vicino dall’alluvione di due anni fa con il decreto Ischia. Il mio auspicio è che non sia sospeso lo stato d’emergenza, che si proroghi il lavoro del commissario Legnini e che nella legge di bilancio siano allocate le risorse che occorrono per completare il lavoro».
Di Marco Carta
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