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tragedia ischia

L’Italia, un Paese che non conosce la prevenzione

Serve una riflessione collettiva dopo l’ennesima tragedia. A Casamicciola un abitante su due fa richiesta di condono edilizio, mentre prosegue la lunga scia di morti in Campania per disastri naturali. Il tutto in un Paese, l’Italia, che è l’unico in Europa a non aver ancora presentato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

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L’Italia, un Paese che non conosce la prevenzione

Serve una riflessione collettiva dopo l’ennesima tragedia. A Casamicciola un abitante su due fa richiesta di condono edilizio, mentre prosegue la lunga scia di morti in Campania per disastri naturali. Il tutto in un Paese, l’Italia, che è l’unico in Europa a non aver ancora presentato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

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L’Italia, un Paese che non conosce la prevenzione

Serve una riflessione collettiva dopo l’ennesima tragedia. A Casamicciola un abitante su due fa richiesta di condono edilizio, mentre prosegue la lunga scia di morti in Campania per disastri naturali. Il tutto in un Paese, l’Italia, che è l’unico in Europa a non aver ancora presentato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

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Serve una riflessione collettiva dopo l’ennesima tragedia. A Casamicciola un abitante su due fa richiesta di condono edilizio, mentre prosegue la lunga scia di morti in Campania per disastri naturali. Il tutto in un Paese, l’Italia, che è l’unico in Europa a non aver ancora presentato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

Andando un attimo oltre l’emergenza, i due milioni dal governo Meloni, serve una riflessione collettiva. Partendo dal Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. È fermo da cinque anni. L’Italia non l’ha mai presentato. È la sola, in Europa. Cinque anni e tre governi. Soldi (risorse dal Fondo coesione) stanziati (circa 11,5 miliardi di euro, fissati dal governo Conte 2), spesi solamente la metà in sei anni. In mezzo, il Decreto Genova 2018, approvato dal governo Conte, il cosiddetto gialloverde, con Matteo Salvini ministro dell’Interno, in cui è stato infilato il condono-Ischia, che riguarda Forio, Casamicciola Terme e Lacco Ameno: una sanatoria edilizia che ha consentito di definire pratiche per nuovi condoni sull’isola – a un’ora di traghetto da Napoli – pendenti dagli anni Ottanta, collegandoli alla ricostruzione necessaria dopo il sisma dell’anno precedente. In sostanza, edifici abusivi che sono stati sanati con il completo rimborso dello Stato per la ricostruzione, in aree a rischio idrogeologico e sismico. Il governo sottoscrive, anche su spinta da destra e sinistra dalla Campania. Non si salva nessuno. Nessuno.

Prima, anzi parallelamente all’esame del bilancio che arriva da Casamicciola Terme – ultimo aggiornamento riferisce di 3 morti (una giovane donna, una bambina e una signora anziana), nove dispersi, qualche ferito e 167 persone già dislocate in diverse strutture – si dovrebbe partire da questi elementi per una riflessione. Ma va anche aperta, esaminata la scatola nera, andando a rivedere quanti e quali partiti hanno lisciato il pelo negli ultimi 30 anni all’abusivismo edilizio, alla politica dei condoni, soprattutto nei pressi di qualche tornata elettorale. Dovrebbero farlo anche quei giornali che parlano di sciacalli rossi sul fango d’Ischia.

Non è cambiato mai nulla. La mancanza di prevenzione, di una visione sui rischi idrogeologici che per forza di cose interessa chi vive oggi e vivrà domani e dopodomani. La logica resta quella di mettere una pezza quando si è fatto il buco sul vestito.

Eppure l’allarme dell’Ispra dello scorso anno, del territorio italiano soggetto a frane, alluvioni passato dal 4% al 17% era a conoscenza di tutti. Almeno di chi ha in mano le carte di questo a volte sciagurato paese, in cui la vita delle nuove generazioni viene definita dall’inerzia e dall’incapacità della classe politica e dirigente. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, spiega che “non esiste abusivismo di necessità”, che le abitazioni a rischio vanno demolite. In realtà, esiste l’abusivismo. Ed è consentito da decenni. A Casamicciola Terme un residente su due fa richiesta di condono edilizio. Seimila richieste attualmente tra Casamicciola Terme e Lacco Ameno su un totale di 13 mila abitanti.

In Campania c’è una scia di morti. Da Sarno, 1998, una pioggia torrenziale che sconvolge una piccola cittadina tra Napoli e Salerno, fino a Casamicciola Terme. In mezzo, la Valle Caudina, poi Atrani, poi Casamicciola Terme nel 2009. Secondo i dati di Legambiente Campania, nella regione si sono verificati 12 eventi avversi nel 2022: cinque tra Salerno e provincia, quattro tra Napoli e provincia. Novantatré, dal 2010 fino a ieri.

Dall’Esecutivo sono stati stanziati due milioni di euro, cifra fissata nel Cdm di stamattina, per fronteggiare l’emergenza. Un gruppo di lavoro, che raggruppa i dicasteri interessati, diretto dalla Protezione Civile, che lavorerà su attribuzione di fondi su frane, alluvioni. Lo stato di emergenza a Casamicciola Terme durerà un anno. Il ministro Musumeci che parla di un Piano di prevenzione per le isole minori.

La macchina dell’emergenza in Italia ormai funziona alla perfezione. E non è un dato da poco, si salvano vittime. A Casamicciola Terme si scava ancora, si verificano miracoli di ora in ora. È una macchina ben oliata perché in Italia l’emergenza coincide con la gestione ordinaria. Della prevenzione, non c’è praticamente traccia. Ci sono 2,5 miliardi di euro nel Pnrr (sui 70 totali per la transizione ecologica) destinati alla cura e alla riparazione del territorio: non sono ancora stati distribuiti. Perché non esistono ancora i bandi degli enti locali. Questo significa non essere pronti per la prossima sciagura. Che gli argini resteranno quelli, segnati dal tempo e dall’incuria. Che gli alvei restano ostruiti. Che le zone fragili resteranno tali.

Di Nicola Sellitti

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