La bimba di 10 anni salvata dal naufragio e il fratellino morto, moderni Hänsel e Gretel
Sono stati abbandonati su un vecchio peschereccio dal papà speranzoso di garantirgli un futuro migliore qui in Italia. Per alcuni resta inconcepibile separarsi da un figlio, per altri è l’espressione di una sconfinata disperazione
La bimba di 10 anni salvata dal naufragio e il fratellino morto, moderni Hänsel e Gretel
Sono stati abbandonati su un vecchio peschereccio dal papà speranzoso di garantirgli un futuro migliore qui in Italia. Per alcuni resta inconcepibile separarsi da un figlio, per altri è l’espressione di una sconfinata disperazione
La bimba di 10 anni salvata dal naufragio e il fratellino morto, moderni Hänsel e Gretel
Sono stati abbandonati su un vecchio peschereccio dal papà speranzoso di garantirgli un futuro migliore qui in Italia. Per alcuni resta inconcepibile separarsi da un figlio, per altri è l’espressione di una sconfinata disperazione
Sono stati abbandonati su un vecchio peschereccio dal papà speranzoso di garantirgli un futuro migliore qui in Italia. Per alcuni resta inconcepibile separarsi da un figlio, per altri è l’espressione di una sconfinata disperazione
C’è chi parla di un miracolo natalizio pensando a quella bambina di 10 anni recuperata nel mare in tempesta nei pressi di Lampedusa, unica superstite di un naufragio che ha coinvolto almeno 45 persone salpate dalla Tunisia alla ricerca di un futuro migliore. Chissà quanti anni di psicoterapia le ci vorranno per raccontare l’orrore a cui sono stati sottoposti i suoi occhi fanciulleschi: le urla strazianti di chi annegava a pochi metri da lei, le tenebre di un mare grosso e gelido, il pensiero del fratello scomparso tra le onde; la disperazione, la solitudine, l’attesa, il dubbio di potercela fare oppure no. Un turbinio di emozioni con cui probabilmente non farà mai pace.
C’è un’altra persona che ora dovrà provare a fare pace con se stessa e con i sensi di colpa che inevitabilmente lo perseguiteranno a vita: il padre di questi due bambini. Il più grande, a cui aveva affidato la sorellina minore, è stato inghiottito per sempre dalle tenebre.
Ci si interroga su quale grado di disperazione possa spingere mai un uomo a separarsi dai propri figli. Per alcuni è qualcosa di inconcepibile, mai ammissibile nemmeno davanti alla povertà più estrema – “dove si mangia in due, si mangia anche in tre” si sente dire spesso – per altri voler migliorare le proprie condizioni di vita resta un diritto sacrosanto, anche al costo di doversi separare da chi è più caro al mondo. Solo così si spiega l’impulso che ha spinto questo papà a mettere su quel peschereccio i suoi due figli, senza aspettare una nuova nave dove partire in tre.
Come in Hänsel e Gretel accade che il genitore incapace di sfamare i propri figli decide di abbandonarli nel bosco, anche qui questo papà pare non abbia avuto scelta. Se i due bimbi fossero approdati in Italia entrambi sani e salvi, allora sì si sarebbe potuto parlare di un miracolo natalizio? Probabilmente no. Come nella favola dei fratelli Grimm, il richiamo verso la propria casa vince su tutto: per un bambino “casa” è dove c’è la mano di un genitore pronto a stringere la sua.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche