La mail choc arrivata ai russi in Italia: “Animali senza dignità”
Enti, associazioni, scuole russe nei giorni scorsi hanno ricevuto una mail in cui vengono invitati a nascondere la propria nazionalità per evitare ritorsioni. Nell’articolo la mail integrale. Abbiamo intervistato Tatiana, russa ma residente in Italia da diversi anni, che queste realtà le conosce da vicino e ci dice: “Non siamo così!”
La mail choc arrivata ai russi in Italia: “Animali senza dignità”
Enti, associazioni, scuole russe nei giorni scorsi hanno ricevuto una mail in cui vengono invitati a nascondere la propria nazionalità per evitare ritorsioni. Nell’articolo la mail integrale. Abbiamo intervistato Tatiana, russa ma residente in Italia da diversi anni, che queste realtà le conosce da vicino e ci dice: “Non siamo così!”
La mail choc arrivata ai russi in Italia: “Animali senza dignità”
Enti, associazioni, scuole russe nei giorni scorsi hanno ricevuto una mail in cui vengono invitati a nascondere la propria nazionalità per evitare ritorsioni. Nell’articolo la mail integrale. Abbiamo intervistato Tatiana, russa ma residente in Italia da diversi anni, che queste realtà le conosce da vicino e ci dice: “Non siamo così!”
Enti, associazioni, scuole russe nei giorni scorsi hanno ricevuto una mail in cui vengono invitati a nascondere la propria nazionalità per evitare ritorsioni. Nell’articolo la mail integrale. Abbiamo intervistato Tatiana, russa ma residente in Italia da diversi anni, che queste realtà le conosce da vicino e ci dice: “Non siamo così!”
Non è facile essere russi. Non lo è mai stato, ma oggi lo è ancora di più. Soprattutto se ci si trova in patria e si è contrari all’ “operazione speciale”.
Quando scendono in piazza a protestare, costretti a sparpagliarsi, possono sembrare uno sparuto gruppo ma il movimento “no war” è ben più grande di quanto si possa immaginare. E al regime fa paura.
Lo abbiamo visto fin dove possa spingersi la repressione, che non fa sconti nemmeno ai bambini. Ricorderete gli occhioni grandi di David e Sofia, di sette anni, Matvey di nove, Gosha e Liza di 11 che, con la loro mamma, hanno passato la notte dietro le sbarre a Mosca per i loro slogan contro la guerra.
Un’altra madre che pagherà caro il proprio gesto è la giornalista Marina Ovsyannikova che, in diretta TV, aveva innalzato dietro le spalle dell’anchorwoman prediletta di Putin il cartello “no alla guerra“. Dopo una prima ammenda iniziale, per lei ora l’accusa è quella di essere una spia inglese, accusa che si tramuterà in anni di carcere.
Fatte queste premesse non ci stupisce la difficoltà nel trovare persone di nazionalità russa che abbiano voglia di parlare.
Anche quando non sono più in Russia, la paura resta immutata “perché anni fa c’è stata una legge che ci ha obbligato a registrare la nostra residenza all’estero e quella dei nostri familiari in patria”.
A parlare è Tatiana (nome di fantasia), sposata da anni con un ragazzo italiano. Anche lei è mamma di un bambino in età scolare.
E proprio le scuole russe italiane, come molte altre associazioni culturali, enti italo-russi hanno ricevuto in questi giorni una mail choc, che li invita a nascondere la propria nazionalità per paura di ritorsioni.
Difficile stabilire chi possa averla scritta. Sicuramente qualcuno contrario a quanto sta accadendo in Ucraina, che usa parole durissime nei confronti di tutte le persone di nazionalità russa e soprattutto verso di lui: “Hitler Putin“.
Una mail che getta alcol sul fuoco, utile ad alimentare un generale clima d’odio. Ne riportiamo qui di seguito il testo integrale. Chi l’ha ricevuta ha già sporto denuncia alle autorità competenti.
Tatiana cosa pensi di questa mail?
“Sembra essere stata scritta da una persona instabile, a cui io non darei troppo credito. Però è vero che adesso tutto il mondo pensa che noi russi siamo cattivi, quando invece il mio popolo ha un cuore grande”
Tatiana teme per la sua sicurezza e quella dei suoi famigliari. Ma non è del giudizio delle persone che ha paura bensì del regime.
Se dicesse cose “inopportune” usando il suo vero nome, l’accusa per lei potrebbe essere quella di alto tradimento, una condanna che va dai 12 a 20 anni di carcere.
Uno dei principali oppositori di Putin, Aleksej Navalny, l’altro giorno è stato condannato a 9 anni di prigione.
È il prezzo da pagare se ci si mette contro lo Zar. L’alternativa è scappare all’estero, per chi può permetterselo. Ma con la caduta libera del rublo e le sanzioni attuate dai principali gestori di carte di credito che hanno di fatto bloccato tutte le operazioni delle carte emesse da istituti bancari russi, la strada per chi vuole espatriare è tutta in salita.
Ce l’ha fatta Anatoly Chubais, fedelissimo di Putin inviato speciale per il clima e consigliere del presidente e uno degli uomini più ricchi del Paese, volato in Turchia. Una posizione economica la sua che può aprire porte che ai comuni mortali resterebbero sbarrate.
Tatiana è una persona istruita: laureata in economia, un passato in una banca d’affari, affermata professionalmente fino a quando arriva l’incontro che le cambia la vita.
Come sei arrivata in Italia?
“L’amore mi ha spinto a lasciare il mio paese e la mia bellissima città, Novgorod. Ma non è solo l’amore che ci ha messo lo zampino. Ho capito che non avrei voluto crescere i miei figli in Russia”.
Come mai? Cosa non ti piace del tuo Paese?
“Il nostro presidente, che non ama il suo popolo: il welfare è praticamente assente, le pensioni sono bassissime e non so come gli anziani riescano a tirare avanti. Infatti l’aspettativa di vita in Russia è molto bassa se paragonata a quella degli altri Paesi. Un altro problema serio è quello legato all’altissimo tasso di corruzione tra le forze dell’ordine, che sono sicura intreccino anche rapporti con la criminalità organizzata“.
Per Tatiana c’è un momento particolare che fa da spartiacque e le fa capire che il suo futuro sarebbe stato lontano dalla madre Russia. Ce lo vuoi raccontare?
“Era il 2004, l’anno in cui ci fu l’assalto alla scuola di Beslan in cui morirono più di 300 persone, di cui 186 bambini (ancora adesso le si inumidiscono mentre ne parla ndr) Sono scelte personali: per qualcuno è più importante il portafoglio gonfio per raggiungere la serenità, per altri la pace interiore”.
Ora la domanda clou: che cosa pensi di questa guerra?
“Cerco di avere lo sguardo e la mente lucidi; consiglierei a tutti di leggere le news di diversi paesi, non solo quelle italiane o americane, ma anche russe e provare a leggere tra le righe. Sicuramente, in questo momento, c’è una forte propaganda contro la Russia – meglio dire contro Putin – ma la Russia non è Putin e sono tante le persone in disaccordo con lui. Me compresa, che non significa che io sia filo americana! Anzi, non mi piace come gli USA pretendano di dire la loro al mondo intero”.
Che cosa ti fa arrabbiare di più di tutta questa situazione?
“Il fatto che a rimetterci sia la povera gente, i bambini in particolar modo. La politica non può avere in mano la vita delle persone. A loro interessano solo il potere e i soldi. Anche il business delle guerre mi fa tremendamente arrabbiare. Parlano della pace ma continuano a produrre armi. Sappiamo quali sono i Paese che producono armi, vanno fermati”.
Molti dicono che solo voi russi possiate fermare Putin, è così?
“Non credo sia così semplice. Putin è attorniato da un entourage che gli fa da scudo.
Al momento non vedo leader che potrebbero sostituirlo. Sarò sincera: io non voglio che gli USA e la Cina diventino i padroni del mondo. Io non voglio che il mio paese diventi uno schiavo degli USA, però vorrei più libertà per il mio popolo. Questo sì!
Putin in tutti questi anni avrebbe potuto creare un paese veramente forte. Le carte in regola le aveva poi però ha preferito concentrarsi solo sulle ricchezze derivanti dalle materie prime, soprattutto quelle dedicate all’export. Se avesse rafforzato anche produttività interna, l’economica locale, non ci troveremmo ora in questa situazione”.
Tornerai in Russia nell’immediato? Che futuro intravedi per il tuo paese?
“Non so quando ci tornerò. Anche se al momento non è in agenda, hanno detto che in futuro potrebbero approvare una legge che nazionalizzerà tutte le proprietà delle persone che sono residenti negli USA e in Europa. Quindi potrei perdere tutto quello che ho lì. Tutto dipende dalla fine della guerra e degli accordi che faranno”.
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