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La piccola Liza morta a 4 anni

I video su Instagram raccontano una giornata normale che improvvisamente si è interrotta. Liza è morta a soli 4 anni, sua madre è rimasta gravemente ferita. Il suo passeggino viola è il triste simbolo della strage a Vinnycja
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La piccola Liza morta a 4 anni

I video su Instagram raccontano una giornata normale che improvvisamente si è interrotta. Liza è morta a soli 4 anni, sua madre è rimasta gravemente ferita. Il suo passeggino viola è il triste simbolo della strage a Vinnycja
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La piccola Liza morta a 4 anni

I video su Instagram raccontano una giornata normale che improvvisamente si è interrotta. Liza è morta a soli 4 anni, sua madre è rimasta gravemente ferita. Il suo passeggino viola è il triste simbolo della strage a Vinnycja
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I video su Instagram raccontano una giornata normale che improvvisamente si è interrotta. Liza è morta a soli 4 anni, sua madre è rimasta gravemente ferita. Il suo passeggino viola è il triste simbolo della strage a Vinnycja
Ogni vita strappata da questa guerra merita di essere ricordata ma ci sono storie che toccano le viscere. Quella di Liza è una di queste. Il suo passeggino viola è il triste simbolo della strage a Vinnycja. Pochi minuti prima dei bombardamenti russi era una bimba di quattro anni, con la sindrome di Down, che la mamma stava riportando a casa da una lezione di logopedia. I video su Instagram raccontano una giornata normale che improvvisamente si è interrotta. Liza è morta, sua madre è rimasta gravemente ferita. E ora sui social restano le tante foto di questa bambina sorridente, a cui la mamma non smetteva di dire: «Con te ho imparato l’amore incondizionato». L’amore, spazzato via dall’odio. Lo stesso che ha distrutto tante altre vite innocenti. Nelle ultime immagini Liza sorrideva, annusava della lavanda, un vestito viola da principessa, i capelli raccolti in codini. Aveva diritto a quella vita di piccole felicità che sua madre ogni giorno cercava di costruire per lei. Aveva diritto di abbracciare ancora il suo cane. Di vedere di nuovo la pace nel suo Paese. Invece quelle foto sono tutto ciò che resta di lei. Vittima senza avere colpe, esattamente come i 200mila bimbi ucraini deportati in Russia dall’inizio del conflitto, secondo quanto affermato dal presidente Zelensky. Vivi sì ma strappati alle loro radici, portati in una terra sconosciuta e trasformati in ostaggi. Portati via per essere adottati da famiglie russe. Perché loro, come Liza, sono il futuro: quello che si vuole negare al popolo ucraino.   Di Annalisa Grandi

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