La pietà e il terrore. Di tutti noi
| Cronaca
La fine della piccola Stella, che ha perso la vita dimenticata in un’automobile, ci costringe a tornare a fare i conti con tragedie apparentemente inspiegabili
La pietà e il terrore. Di tutti noi
La fine della piccola Stella, che ha perso la vita dimenticata in un’automobile, ci costringe a tornare a fare i conti con tragedie apparentemente inspiegabili
| Cronaca
La pietà e il terrore. Di tutti noi
La fine della piccola Stella, che ha perso la vita dimenticata in un’automobile, ci costringe a tornare a fare i conti con tragedie apparentemente inspiegabili
| Cronaca
Impensabile, incommentabile, inconcepibile eppure possibile. Possibilissimo. La fine della piccola Stella, che ha perso la vita dimenticata in un’automobile, ci costringe a tornare a fare i conti con tragedie apparentemente inspiegabili nella loro atroce banalità.
È già accaduto, non abbiamo alcuna garanzia che non accada di nuovo. Nonostante le nuove norme, i dispositivi di sicurezza, i dibattiti, le attenzioni. Nulla ci metterà mai realmente al riparo dai misteri insormontabili del nostro cervello, dagli interruttori che scattano o meno, dall’atroce certezza che nessuno è immune, nessuno può alzarsi in piedi e dire in piena coscienza: “A me non poteva, non può capitare”. A prova di tutto ciò, mentre eravamo ancora sconvolti da una notizia francamente illeggibile per tanti di noi, a Prato un’altra bambina di due anni è stata salvata dai vigili urbani, dimenticata a sua volta in auto.
Solo persone sommamente presuntuose e insensibili possono approcciare a fatti di cronaca come questi moraleggiando con sufficienza sulla base dell’“A me non accadrebbe mai“, “Avevano controllato e usato il dispositivo di emergenza?“, “ Dove aveva la testa quel padre?“. Qualsiasi essere umano di media sensibilità sa perfettamente come invece possa accadere proprio a tutti, come il black out improvviso sia un rischio, una paura sorda e assoluta che vive qualsiasi genitore consapevole dei propri limiti, delle proprie fatiche, persino di quelle routine che dovrebbero aiutarci e talvolta finiscono per diventare tragiche trappole.
Non è solo un tema di pietà umana – basta una manciata di secondi per provare una sensazione di pura angoscia, pensando al presente e al futuro di quel padre – è una scelta di consapevolezza: siamo fragili, siamo altamente fallibili, possiamo involontariamente arrecare danno a chi amiamo di più al mondo, proprio perché siamo donne e uomini. Abbiamo bisogno di aiuto, sempre.
Di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
“Ciao Bru”, Arcangelo Caressa, l’addestratore di Bruno, scrive una commovente lettera d’addio
08 Luglio 2025
Arcangelo Caressa, l’addestratore del cane Bruno – morto a seguito di un avvelenamento – scrive un…
Quattordicenne aggredita da due coetanee. L’orrore a Chieti
08 Luglio 2025
La vittima, una quattordicenne di Chieti, è finita in ospedale, aggredita da due sorelle di 13 e 1…
Dramma a Orio al Serio. Uomo entra in pista e muore risucchiato dal motore di un aereo. Ritardi dei voli
08 Luglio 2025
È un dramma quello accaduto a Orio al Serio, l’aeroporto di Bergamo. Un uomo è morto dopo essere s…
Crolla il tetto di un ristorante stellato a Terracina, morta Mara Severin, sommelier di 31 anni
08 Luglio 2025
Si chiamava Mara Severin e aveva 31 anni la sommelier morta dopo l’improvviso crollo del tetto del…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.