Amadeus risponde alla polemica sull’esclusione del leggendario duo Jalisse, trionfatori del festival del 1997. Un giudizio insindacabile che si scontra con la voglia di lavorare e fare musica.
Lavorare e non lamentarsi. Amadeus, che per la terza volta condurrà il Festival di Sanremo, non ci gira troppo intorno. E risponde così alla polemica che si era innescata sulla 25esima esclusione dei Jalisse dalla kermesse canora.
Il ‘leggendario’ duo, trionfatore al festival del 1997 e poi eclissatosi, aveva anche scritto una lettera al presidente Mattarella, spiegando che la ripartenza non riguarda tutti e lamentando un pregiudizio nei loro confronti.
Sorprende una replica così netta da parte di uno che solitamente si tiene piuttosto lontano dai battibecchi del mondo dello spettacolo. Ma d’altronde a lui toccava selezionare le canzoni in gara e quindi la questione lo riguardava da vicino. A suo avviso il pezzo «non era adatto» e su questo il giudizio non può che essere insindacabile.
Certo è particolarmente puntuto l’invito appunto a lavorare, visto che tutto si può dire ai Jalisse tranne che non stiano provando da tempo a tornare all’Ariston. Facendo il loro lavoro, appunto, che è fare musica e cercare di raggiungere il palco più ambìto. Che lo sia faccia bene o male può essere opinabile. «Forse in futuro ci sarà un’occasione per loro» ha concluso Amadeus. E per quanto la questione festival sia conclusa, è difficile escludere un seguito altrettanto polemico, probabilmente a mezzo social.
Perché per quanto sacrosante possano essere le parole del presentatore, sono molti gli artisti che stanno vivendo un periodo particolarmente complicato. E non certo perché siano degli scansafatiche.
di Gaia Bottoni
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Tag: musica
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