La tragedia del piccolo Giovanni. Impossibile lasciar scorrere
Torniamo a raccontare per punti la vicenda del piccolo Giovanni, le assurde criticità emerse. Gli eventuali errori o peggio non spetta a noi individuarli. Noi siamo qui per porre delle domande
La tragedia del piccolo Giovanni. Impossibile lasciar scorrere
Torniamo a raccontare per punti la vicenda del piccolo Giovanni, le assurde criticità emerse. Gli eventuali errori o peggio non spetta a noi individuarli. Noi siamo qui per porre delle domande
La tragedia del piccolo Giovanni. Impossibile lasciar scorrere
Torniamo a raccontare per punti la vicenda del piccolo Giovanni, le assurde criticità emerse. Gli eventuali errori o peggio non spetta a noi individuarli. Noi siamo qui per porre delle domande
Ne abbiamo scritto due giorni fa, ma non possiamo rassegnarci a veder “scorrere“ una storia del genere in questo modo. In questa indifferenza impotente. Per questo torniamo a raccontare per punti la vicenda, le assurde criticità emerse. Gli eventuali errori o peggio non spetta a noi individuarli. Noi siamo qui per porre delle domande. Sacrosante.
Raccontava che la mamma aveva cercato di strangolarlo. Che gli aveva fatto male. Diceva alla psicologa che gli aveva chiesto se volesse incontrarla da solo “Non so se sia una buona idea”. Aveva paura il piccolo Giovanni. Paura della donna che avrebbe dovuto amarlo già di ogni cosa al mondo. La stessa donna, sua madre, che l’altro giorno lo ha sgozzato.
Una storia che già di per sé è un pugno allo stomaco e che lo è ancora di più perché che Elena potesse essere pericolosa, che potesse fare del male a suo figlio, lo aveva detto per primo proprio quel bambino di nove anni che ancora in fondo sognava che papà e mamma tornassero insieme. Ma che agli psicologi aveva già detto che la madre gli aveva fatto del male. Lo sapeva anche Paolo, il padre del piccolo, che si era opposto con tutti i mezzi alla decisione del tribunale di acconsentire ad incontri tra madre e figlio senza la presenza di assistenti sociali.
Una decisione che ora verrà analizzata passo passo perché alla luce di quanto è accaduto, soprattutto alla luce di tutti gli allarmi lanciati in primis dal legale del padre, ma poi anche dal bimbo stesso, viene da chiedersi come sia stato possibile. Come si è lasciato un bambino, un minore, ovvero un individuo che sopra ogni cosa dovrebbe essere protetto, nelle mani di una persona con quelle problematiche. Una persona che aveva anche già detto ad altri di essere pronta a uccidere suo figlio e a uccidersi. Come si è potuto sottovalutare la situazione, ancora di più – lo ripetiamo – visto che di mezzo c’era un bambino? Domande che chissà, forse troveranno risposte.
Ma poco cambia, per Paolo, il padre di questo bimbo che viveva per lui e che ha cercato in ogni modo di proteggerlo. Soprattutto poco cambia perché Giovanni, nessuno lo riporterà mai più in vita. Giovanni non crescerà mai. E anche se materialmente la colpevole unica è sua madre, è necessario capire se c’è qualcuno che aveva il dovere di agire in modo diverso e non lo ha fatto.
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