Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

La tragedia di Milano, le polemiche dolorose e inutili

|

La tragedia della donna di 71 anni investita e uccisa a Milano da un’auto rubata e guidata da un minorenne ha riacceso antiche polemiche, ma ciò che fa riflettere sono le condizioni di vita dei bambini addestrati al crimine

La tragedia di Milano, le polemiche dolorose e inutili

La tragedia della donna di 71 anni investita e uccisa a Milano da un’auto rubata e guidata da un minorenne ha riacceso antiche polemiche, ma ciò che fa riflettere sono le condizioni di vita dei bambini addestrati al crimine

|

La tragedia di Milano, le polemiche dolorose e inutili

La tragedia della donna di 71 anni investita e uccisa a Milano da un’auto rubata e guidata da un minorenne ha riacceso antiche polemiche, ma ciò che fa riflettere sono le condizioni di vita dei bambini addestrati al crimine

|

Una tragedia come quella della donna di 71 anni investita e uccisa a Milano da un’auto rubata e guidata da un minorenne, con a bordo altri tre poco più che bambini è incommentabile di suo.

Lascia esterrefatti per l’abisso di dolore in cui getta parenti e amici della vittima, costretti a fare i conti con una morte assurda, inconcepibile. In realtà priva di aggettivi che possano definirla.

Impressiona, anzi gela, pensare poi alle vite di questi quattro poco più che bambini. Rintracciati – dopo una breve fuga – in un campo rom abusivo, hanno istantaneamente riacceso antiche polemiche, scontri sempre uguali negli anni. Contrapposizioni ideologiche in cui tutti finiscono per recitare a soggetto, anche se dovremmo prima o poi finirla di affrontare piaghe di questa complessità e gravità rispondendo al richiamo della foresta. Da ovunque arrivi.

Non citerò i protagonisti delle polemiche, perché anche solo il rischio di essere accostato a una tesi in quanto tale mi procura l’orticaria.

Nessun Paese civile può tollerare la sottrazione di minori – futuri cittadini – ai doveri educativi che spettano alle famiglie. Non è tollerabile in alcun modo che nelle nostre città si possa crescere in enclave senza legge, diritti e doveri. Sopra e prima di ogni altro, i doveri propri di ciascun genitore.

Ciò a cui siamo costretti ad assistere da anni, vale a dire le violenze fisiche e psicologiche a cui vengono sottoposti bambini e ragazzini, l’addestramento al crimine per soddisfare i caporioni di alcuni campi, l’accattonaggio, etc. è molto oltre qualsiasi limite di tollerabilità.

La libera e insindacabile scelta di condurre una vita nomade, la cultura rom e sinti, le antiche tradizioni che trovano radici profonde nell’est Europa non hanno nulla, ma proprio nulla a che vedere con le bande organizzate per gli scippi nelle metropolitane o fra i turisti. Nei bambini sottratti all’obbligo scolastico e condotti alla pratica dell’elemosina (se va bene) o della delinquenza in non poche occasioni. Di sicuro non possono nascondere tutto questo.

Estirpare il crimine, non concedere alcuna extra territorialità a chi delinque non è un tema di destra o sinistra, non può diventare propaganda di questo o quello. È una semplice, ma fondamentale esigenza di civiltà giuridica.
Come è un obbligo morale, prima ancora che di giustizia, comprendere come si sia potuto arrivare alla tragedia di Milano.

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

13 Agosto 2025
Quattro bambini dell’auto pirata spariti dal campo rom e poi rientrati. Le famiglie si sarebbero a…
12 Agosto 2025
Polemiche dopo la tragica vicenda di Cecilia De Astis. Salvini: “Radere al suolo il campo rom”. Sa…
12 Agosto 2025
Il Dna parziale e degradato trovato sulla garza utilizzata per effettuare i prelievi nella bocca d…
12 Agosto 2025
“Hanno ucciso la mia vecchia Milano” dicono i nostalgici che non se la ricordano

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI

    Exit mobile version