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La tragedia dopo Rieti-Pistoia e la retorica inaccettabile

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La tragedia e l’evitabile retorica: uno che lancia un mattone o una grossa pietra contro un pullman lanciato a 70 o 80 km/h è perfettamente consapevole di quello che sta facendo e dei danni che può causare

La tragedia

La tragedia dopo Rieti-Pistoia e la retorica inaccettabile

La tragedia e l’evitabile retorica: uno che lancia un mattone o una grossa pietra contro un pullman lanciato a 70 o 80 km/h è perfettamente consapevole di quello che sta facendo e dei danni che può causare

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La tragedia dopo Rieti-Pistoia e la retorica inaccettabile

La tragedia e l’evitabile retorica: uno che lancia un mattone o una grossa pietra contro un pullman lanciato a 70 o 80 km/h è perfettamente consapevole di quello che sta facendo e dei danni che può causare

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Ora fateci la cortesia di evitarci il solito stillicidio di idiozie, dopo l’allucinante tragedia di ieri sera, al termine della partita di basket fra Rieti e Pistoia. Un uomo è morto, ucciso da un sasso o da un mattone lanciato da un gruppo di delinquenti, sciagurati senza cervello, con l’obiettivo di far male.

Non mi interessano i distinguo e le giustificazioni. Non tirate in ballo la società, le famiglie, la scuola, gli alieni e la follia. Uno che lancia un mattone o una grossa pietra contro un pullman lanciato a 70 o 80 km/h è perfettamente consapevole di quello che sta facendo e dei danni che può causare.
È perfettamente consapevole di poter uccidere.

Spetterà al tribunale definire il reato ed emettere la sentenza, ma dietro il ripetersi di queste follie, di questa bancarotta dell’essere umano c’è un’ignoranza orrenda. Una totale, assoluta incapacità di fare i conti con la realtà.

Che sia calcio, come accaduto innumerevoli volte, che sia basket (e sta accadendo sempre più spesso nei palazzetti e intorno ai palazzetti) o qualsiasi altra disciplina cosa volete che ci importi? Un uomo è morto, una famiglia è devastata, perché un senza cervello, senza etica, senza consapevolezza di sé e degli altri ha deciso di segnalare la propria esistenza al termine di un pomeriggio già caratterizzato da violenza e scontri.

Non si tratta di essere solo schifati, ma infuriati. Oltre che addolorati.

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