Lainate, insulti e spintoni a una famiglia di ebrei francesi in autogrill – IL VIDEO
A Lainate, in un’area di sosta nei pressi di Milano, padre e figlio (il bambino ha 6 anni) sono stati aggrediti perché indossavano la kippah, il copricapo degli ebrei osservanti

<div style=”display: flex; flex-direction: column; flex-grow: 1; justify-content: center;”>
</div><div style=”display: block; height: 50px; margin: 0 auto 12px; width: 50px;”>Visualizza questo post su Instagram</div>
le=”margin-left: 8px;”><
div style=”width: 0; height: 0; border-top: 2px solid transparent; border-left: 6px solid #f4f4f4; border-bottom: 2px solid transparent; transform: translateX(16px) translateY(-4px) rotate(30deg);”>
Si può catalogarlo fra gli episodi di violento antisemitismo ed è un crimine del quale vanno individuati, processati e condannati i responsabili. Ma è non meno fondato considerarlo un atto di aggressione contro la causa dei civili palestinesi, che vivono essendo ostaggi del terrorismo fondamentalista e anti israeliano.
A Lainate insulti e spintoni a una famiglia di ebrei (il bambino ha 6 anni) francesi in un’area di sosta
Domenica scorsa a Lainate, in un’area di sosta nei pressi di Milano, padre e figlio (il bambino ha 6 anni) sono stati aggrediti perché indossavano la kippah, il copricapo degli ebrei osservanti. E, fin qui, siamo all’inciviltà antisemita. Il fatto è che gli aggressori si sono rivolti ai due inneggiando alla Palestina libera, intimando loro: «Andate a casa vostra!». Due cose di sicuro significato.
La prima
La prima presuppone che qualsiasi ebreo, in quanto ebreo, risponda personalmente degli atti del governo israeliano, qualsiasi cosa se ne pensi. Naturalmente le bestie violente non sono neanche sfiorate dall’idea che Israele sia una democrazia e che ci sono proteste contro la guerra. E che comunque, se anche un cittadino israeliano (i due non lo sono) condivide l’operato del suo governo è con quella politica che si devono fare i conti. Non con dei privati in gita.
La seconda
La seconda è che tanti italiani sono ebrei e che questa è casa loro. Come l’Italia è casa di qualsiasi persona civile, senza distinzione alcuna. Mentre l’idea che una persona, in quanto ebrea, non debba essere considerata di casa in Italia ha un suo modello, cui questi soggetti sono omologhi. Il nazifascismo.
di Sonia Falleri
Credits video: blackandjewishunity
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!