Legge del mare
| Cronaca
L’ennesima tragedia di migranti in Grecia ci impone una riflessione come comunità su quella che viene definita “Legge del mare” e il suo oblio

Legge del mare
L’ennesima tragedia di migranti in Grecia ci impone una riflessione come comunità su quella che viene definita “Legge del mare” e il suo oblio
| Cronaca
Legge del mare
L’ennesima tragedia di migranti in Grecia ci impone una riflessione come comunità su quella che viene definita “Legge del mare” e il suo oblio
| Cronaca
AUTORE: Fulvio Giuliani
Sconvolti dall’ultima tragedia dei migranti, ma anche assuefatti all’orrore, vorremmo provare a riflettere su cosa stia accadendo a noi tutti. Intesi come comunità, Paesi, ma anche ben oltre i singoli confini di ciascuna nazione.
Non è necessario aver dimestichezza con la navigazione per aver sentito parlare chissà quante volte della “Legge del mare”. Sarà capitato leggendo romanzi, saggi, articoli di giornale. Quella legge in base alla quale – prima di qualsiasi altra considerazione, domanda o interrogativo – resta preciso dovere di chiunque sia in condizione di farlo salvare vite in pericolo fra le onde. Lo abbiamo anche scritto nel diritto internazionale, ma è un dato di fatto – oseremmo dire un principio sacro – che risale alla notte dei tempi.
A molto prima che si stilassero i codici della navigazione, quando l’uomo cominciò ad avventurarsi per mare, procedendo prima rigorosamente sottocosta e poi affrontando l’ignoto spingendosi al largo. Al mare abbiamo pagato da sempre un altissimo tributo, per la nostra sete di conoscenza e progresso. Per secoli la nostra civiltà occidentale ha visto nelle Colonne d’Ercole il proprio confine invalicabile. In mare.
Che oggi, diverse centinaia di anni dopo e con a disposizione una tecnologia magnifica, l’uomo rischi di dimenticare la “Legge del mare“ è inconcepibile. Nessuno punta il dito o cerca frettolosamente colpevoli da additare al pubblico, ma è un fatto che nelle ultime due spaventose tragedie di migranti nel Mediterraneo si sia scelto di aspettare, di vedere dove quei barconi semiaffondati provassero a dirigersi.
Ci si è accontentati del formalismo del “mancato Sos”, come se un rottame alla deriva, senza comandante ed equipaggio, fosse assimilabile a un qualsiasi natante in difficoltà. Si è perso tempo, non si è obbedito alla “Legge del mare”. Nell’angosciante scaricabarile che è seguito a Cutro e al naufragio al largo del Peloponneso ognuno ha una motivazione burocratica a cui aggrapparsi, ma nessuno sfugge alla realtà di donne, bambini e uomini lasciati alla mercé delle onde.
Abbiamo visto e sapevamo tutto, non c’è molto da aggiungere. Se non, forse, che abbiamo persino smesso di commuoverci: a Cutro le onde ci hanno sbattuto in faccia i resti della tragedia. In quest’ultimo caso tutto è avvenuto dove il Mediterraneo arriva a oltre 5mila metri di profondità. Un abisso, come quello che si sta spalancando sotto gli uomini che rinnegano sé stessi.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche

Ritrovato Allen Bernard Ganao, il bambino di 5 anni scomparso a Ventimiglia. È vivo – IL VIDEO
13 Luglio 2025
È stato ritrovato ed è vivo Allen Bernard Ganao, il bambino di 5 anni scomparso venerdì sera dal c…

I furbetti della maturità e l’ascensore
12 Luglio 2025
Il ministro della Pubblica istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha reagito alla “trovata” de…

Milazzo, giallo su omicidio 84enne: si scava nella sua vita
11 Luglio 2025
Si scava nella vita di Salvatore Italiano, l’uomo di 84 anni, trovato cadavere ieri a Milazzo, in…

Montalto di Castro, 17enne scava una buca in spiaggia e muore sepolto sotto la sabbia
10 Luglio 2025
Tragedia a Montalto di Castro (Viterbo): un ragazzo di 17 anni è morto oggi in spiaggia, sepolto d…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.