app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Licenziata dall’azienda per “giustificato motivo”: era stata stuprata l’anno prima

Un’azienda milanese ha ritenuto necessario procedere al licenziamento di una 32enne che circa un anno prima era stata violentata da un branco di coetanei

|

Licenziata dall’azienda per “giustificato motivo”: era stata stuprata l’anno prima

Un’azienda milanese ha ritenuto necessario procedere al licenziamento di una 32enne che circa un anno prima era stata violentata da un branco di coetanei

|

Licenziata dall’azienda per “giustificato motivo”: era stata stuprata l’anno prima

Un’azienda milanese ha ritenuto necessario procedere al licenziamento di una 32enne che circa un anno prima era stata violentata da un branco di coetanei

|
|

Un’azienda milanese ha ritenuto necessario procedere al licenziamento di una 32enne che circa un anno prima era stata violentata da un branco di coetanei

Era stata stuprata da tre ragazzi che reputava amici, durante una serata in un locale serale sui Navigli, simbolo della Milano da bere che fu. Troppo alcool, fu lei stessa ad ammetterlo quasi a giustificarsi. Uno shock, una ferita profonda e difficile da superare per una giovane 32enne, di origini torinesi ma arrivata nella città meneghina per inseguire il sogno della carriera in una importante azienda specializzata nel commercio di brand di lusso.

Con fatica e dolore aveva iniziato a riprendere la sua vita, rientrando a lavoro a pieno regime circa un anno dopo. Ma quando la fiducia verso il futuro aveva iniziato di nuovo a fare capolinea nella sua vita è arrivata l’ennesima batosta: una lettera di licenziamento. Per altro “per giustificato motivo” e con l’aggravante di aver addirittura cancellato la posizione di service merchandiser da lei ricoperta fino a quel momento per essere redistribuita “tra altri dipendenti attualmente impiegati presso di noi”.

La giovane aveva avuto necessità di ricorrere a sei mesi di mutua, molti dei quali passati in continui ricoveri in ospedale e interminabili sedute da psicologi e psichiatri. In un lungo articolo su “La Stampa” si legge anche i familiari hanno temuto un gesto estremo. Il ritorno a lavoro, seppur scandito da momenti di ottimismo ad altri di profonda tristezza, doveva servire anche come luce in fondo al tunnel.

Il 16 gennaio scorso, con una condanna a 3 anni e 7 mesi di reclusione con rito abbreviato e due rinvii a giudizio si è chiusa l’udienza a carico dei tre giovani, tra i 23 e i 27 anni, imputati per violenza sessuale di gruppo.

Ma questo non è bastato. La lettera dell’azienda è una lunga sequela di motivazioni robotiche: “Come le è noto il mercato in cui opera la società richiede il raggiungimento e il mantenimento di adeguati livelli di profittabilità. Al fine di conseguire tali obiettivi si rende necessario efficientare i nostri costi, aumentando la marginalità della nostra operatività”.

E il valore umano, tace.

di Raffaela Mercurio

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Eredità Agnelli: sequestro di 74,8 milioni per John, Lapo e Ginevra Elkann

20 Settembre 2024
È stato disposto – dalla procura di Torino – un sequestro di beni preventivo per 74,8 milioni di…

L’impensabile

20 Settembre 2024
ATTENZIONE – TESTO SCONSIGLIATO A UN PUBBLICO PARTICOLARMENTE SENSIBILE. La 22enne Chiara Petrol…

Neonati uccisi a Parma, arresti domiciliari per la madre. Le agghiaccianti ricerche online prima del parto

20 Settembre 2024
Arresti domiciliari per Chiara Petrolini, la ragazza di 22 anni accusata di aver ucciso due neon…

L’Italia fragile

20 Settembre 2024
L’ennesima devastazione ambientale in Emilia lascia un senso di impotenza, ancor più a un anno e…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI