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L’imbarazzante inferno autostradale ligure

Lo scorso week end code per 19 o addirittura 24 chilometri. Il Pnrr è necessario per ammodernare strade e ferrovie, senza infrastrutture non esiste un Paese moderno
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L’imbarazzante inferno autostradale ligure

Lo scorso week end code per 19 o addirittura 24 chilometri. Il Pnrr è necessario per ammodernare strade e ferrovie, senza infrastrutture non esiste un Paese moderno
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L’imbarazzante inferno autostradale ligure

Lo scorso week end code per 19 o addirittura 24 chilometri. Il Pnrr è necessario per ammodernare strade e ferrovie, senza infrastrutture non esiste un Paese moderno
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Lo scorso week end code per 19 o addirittura 24 chilometri. Il Pnrr è necessario per ammodernare strade e ferrovie, senza infrastrutture non esiste un Paese moderno
Estate, tempo di mare, di turismo, di spostamenti verso il mare, di gite anche di un solo giorno o per il weekend. Come abbiamo avuto modo di sottolineare nei giorni scorsi, le previsioni per le località turistiche italiane volgono tutte al bello e spesso al bellissimo, ma in Liguria sembra che il tempo si sia fermato. Per meglio dire, che sia destinato a restar fermo in coda sulle autostrade della regione. In verità, talvolta già definirle autostrade è un omaggio al tempo che fu, a quando furono costruite quelle strisce d’asfalto nell’Italia del Boom, per il traffico di allora e le automobili allora. Chiunque abbia percorso anche una sola volta la Milano-Genova, la Genova-La Spezia, saprà perfettamente di cosa stiamo parlando. Budelli, cantieri infiniti, garanzie di ingorghi da gironi danteschi. Nello scorso fine settimana, in particolar modo sulle altre arterie della regione, la A26 e la A6, si sono toccati veri e propri record. Al punto che ancora oggi non è ben chiaro se le code abbiano raggiunto i 19 o i 24 chilometri: del resto, superati determinati limiti, tutto diventa indistinto, un’unica distesa di macchine a coprire le intere autostrade ridotte a percorsi a ostacoli fra cantieri infiniti. È stupefacente come si possa arrivare con teutonica regolarità ogni benedetta estate nella stessa condizione dell’anno precedente, condannati ad ascoltare le stesse polemiche e promesse. Ora, siamo alle autostrade a senso unico, come dire raschiare il fondo del barile. Cambiano i tratti interessati, non la sostanza: la regione soffoca, il turismo soffoca, muoversi da e per la Liguria diventa una scommessa e una maledizione. Anche la rappresentazione più plastica ed efficace di cosa significhi non aver lavorato nel tempo per le infrastrutture del nostro paese. Di cosa accadrebbe se lasciassimo scappar via il treno del Pnrr, senza ammodernare la nostra rete autostradale e ferroviaria. Senza infrastrutture non esiste un Paese moderno, non si fa business, si lascia inaridire una delle nostre industrie più fiorenti – il turismo – si condannano interi territori a condizioni semplicemente indecenti. Con l’imbarazzante sovrappiù che avremmo potuto scrivere queste stesse righe, con gli stessi toni e le medesime osservazioni, in ciascuno degli ultimi anni. Di Fulvio Giuliani

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