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Muore a 9 anni il pilota Lorenzo Somaschini

Una curva fatale, sul circuito brasiliano Interlagos, ha spento la giovane vita del pilota argentino Lorenzo Somaschini e ora sono in tanti a chiedersi il senso

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Muore a 9 anni il pilota Lorenzo Somaschini

Una curva fatale, sul circuito brasiliano Interlagos, ha spento la giovane vita del pilota argentino Lorenzo Somaschini e ora sono in tanti a chiedersi il senso

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Muore a 9 anni il pilota Lorenzo Somaschini

Una curva fatale, sul circuito brasiliano Interlagos, ha spento la giovane vita del pilota argentino Lorenzo Somaschini e ora sono in tanti a chiedersi il senso

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Una curva fatale, sul circuito brasiliano Interlagos, ha spento la giovane vita del pilota argentino Lorenzo Somaschini e ora sono in tanti a chiedersi il senso

Lorenzo Somaschini aveva soli 9 anni ma anche un talento incredibile per le due ruote. Non a caso in Argentina, suo Paese d’origine, lo chiamavano ‘niño prodigio’.

Come per tanti prima di lui, una curva gli è costata la vita: all’uscita della celebre curva Pinheirinho nelle prove libere della Junior Cup (categoria parte del Superbike Brasil), Somaschini è caduto sbattendo violentemente la testa.

Ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Albert Einstein di San Paolo, ha smesso di lottare venerdì scorso. Gli organizzatori sono stati i primi a darne la tragica notizia: “Tutti i membri del team SuperBike Brasil sono sconvolti da quanto è successo ed esprimono sincere condoglianze a tutta la famiglia e agli amici di Lorenzo”.

È lecito interrogarsi sul senso di questa morte prematura, atroce, difficile da accettare. Anche quando si parla sempre della consapevolezza insita nell’animo degli appassionati di questo sport, di sfidare la morte ogni giorno, ad ogni sorpasso, ad ogni curva. Ma quando hai solo nove anni e una vita di sogni e innocenza avanti a te, sei davvero consapevole di cosa significhi tutto questo?

Sono in tanti ad aver sottolineato quanto lo sport sia fatica e dedizione sin dalla tenera età e che della fatalità va tenuto conto pur non essendoci altro modo che arrivare all’obiettivo e centrare il proprio sogno. Lo stesso Somaschini aveva dichiarato tempo fa di averne uno in particolare: “Arrivare in MotoGP, e vorrei diventare campione del mondo”.

Tanti altri, invece, sono rimasti sgomenti di fronte alla notizia di una giovane vita spezzata in questo modo, nell’età dei giochi, della scoperta e non del sacrificio.

Non c’è e non ci sarà mai una risposta univoca. Più di tutto, non ci sarà mai nulla che potrà lenire il dolore per i familiari alla perdita di un bambino di soli nove anni con tante curve, discese e risalite e della vita, ancora da affrontare.

di Raffaela Mercurio

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