L’orrore che cancella una vita
| Cronaca
Dalla vicenda del clochard di alcuni giorni fa fino a quella degli youtuber, gli adolescenti e i giovani adulti coinvolti in gravi casi di cronaca sembrano moltiplicarsi

L’orrore che cancella una vita
Dalla vicenda del clochard di alcuni giorni fa fino a quella degli youtuber, gli adolescenti e i giovani adulti coinvolti in gravi casi di cronaca sembrano moltiplicarsi
| Cronaca
L’orrore che cancella una vita
Dalla vicenda del clochard di alcuni giorni fa fino a quella degli youtuber, gli adolescenti e i giovani adulti coinvolti in gravi casi di cronaca sembrano moltiplicarsi
| Cronaca
AUTORE: Annalisa Grandi
Almeno dieci coltellate. Il corpo avvolto in un sacco nero e buttato dentro un carrello, accanto a cumuli di immondizia. Sono i dettagli che rendono questa storia ancora più terribile. Michelle Causo aveva appena 17 anni. E lì, dove il suo corpo è stato trovato, la conoscevano. Frequentava quei palazzi di Primavalle, quartiere popolare di Roma. Lì ci abitava un suo amico, un suo coetaneo. Lo stesso che adesso è stato arrestato. Le indagini ovviamente sono soltanto all’inizio ma a prescindere dalle responsabilità che verranno accertate è una vicenda che non può non sconvolgere.
Anche naturalmente per la giovane età della vittima e del ragazzo. Poi, un omicidio è sempre un omicidio a prescindere da chi lo commette. A cominciare dalla vicenda del clochard di alcuni giorni fa fino a quella degli youtuber, gli adolescenti e i giovani adulti coinvolti in gravi casi di cronaca sembrano moltiplicarsi. O semplicemente a queste vicende viene data sempre più rilevanza mediatica. Contesti diversi, realtà differenti a livello sociale, per cui è impossibile individuare un fil rouge. Certo c’è, da parte di alcuni giovani, quella che sembra una pericolosa incoscienza rispetto alle conseguenze delle proprie azioni. Un eccedere che sembra quasi perdita di contatto dalla realtà.
Ma al di là delle analisi, delle ipotesi, quello che conta qui è che una giovanissima è stata uccisa in modo atroce. E il suo corpo trattato come fosse immondizia. Come se non contasse nulla.
Di Annalisa Grandi
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