Mai contenta
Liliana Segre racconta il suo pessimismo, il suo non essere mai contenta e dedica il suo intervento a un neonato deportato quando aveva un solo giorno di vita
Mai contenta
Liliana Segre racconta il suo pessimismo, il suo non essere mai contenta e dedica il suo intervento a un neonato deportato quando aveva un solo giorno di vita
Mai contenta
Liliana Segre racconta il suo pessimismo, il suo non essere mai contenta e dedica il suo intervento a un neonato deportato quando aveva un solo giorno di vita
Liliana Segre racconta il suo pessimismo, il suo non essere mai contenta e dedica il suo intervento a un neonato deportato quando aveva un solo giorno di vita
“È vero che non sono mai contenta come dice il sindaco Beppe Sala. Perché quando si è così vecchi e si è assistito a così tanto orrore e si arriva a vedere che c’è persino qualcuno che nega quanto accaduto, non si può essere contenti. Quando a un certo punto la propria coscienza si sveglia, dopo che si è stati ammalati, non capiti, dopo che si è stati per tanto tempo silenziosi e non si è stati nessuno, non si può essere contenti.
Per chi ha visto quell’orrore, ciò che viene fatto non è mai abbastanza. Una come me non può non essere pessimista. Sono certa che tra qualche anno sui libri di storia non ci sarà più nemmeno una riga. Io lo so cosa dice la gente del giorno della memoria: ‘Che noia con questi ebrei!’.
Il giorno della memoria è importante ma le pietre d’inciampo lo sono ancora di più. Penso che dovrebbero essere più alte, per poterci mettere un fiore o una pietra come si usa nei cimiteri ebraici. Invece nel giro di poco vengono coperte da una macchina, un monopattino, quando non è una vernice nera messa lì per dire ‘fai schifo’. Ecco perché è importante portare i ragazzi a conoscere questi nomi. Perché il nome non è solo qualcosa che ti danno alla nascita ma dice anche chi sei, come essere umano, ragion per cui nei campi usavano sostituirli con dei numeri.
Oggigiorno uno su mille si ferma a guardare queste pietre. Eppure sono queste a ricordarci che il giorno della memoria è per sempre, ogni giorno. Le mie pietre di inciampo sono quelle di mio padre e dei miei nonni. Sono quella tomba che non c’è stata permessa dopo che le loro vite di sono disperse nella cenere di Auschwitz.
Ogni pietra d’inciampo dovrebbe essere dedicata a un bambino, come quella che da qualche parte ricorda un neonato deportato il giorno dopo essere nato. Lui dovrebbe essere il simbolo di tutte le pietre d’inciampo, perché davanti al bambino innocente tutto il mondo si deve inchinare e dire MAI PIÙ“.
Così Liliana Segre, a margine della conferenza stampa di presentazione delle iniziative su Milano per il #giornodellamemoria, tra cui un tram della linea 9 su cui compare la pubblicità del “Memoriale della Shoah” senza che vi sia l’indirizzo, “dettaglio” per cui la Senatrice Segre si è lamentata con il sindaco. Lo ricordiamo noi più che volentieri: Piazza Edmond Jacob Safra 1, Milano.
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