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Non solo Leoncavallo. Piantedosi: “Anche CasaPound rientra negli sgomberi” – IL VIDEO

Non solo Leoncavallo a Milano, prima o poi avverrà lo sgombero anche di CasaPound. Lo afferma il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a margine del Meeting di Rimini

 

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Non solo Leoncavallo a Milano, prima o poi avverrà lo sgombero anche di CasaPound. Lo afferma il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a margine del Meeting di Rimini. “Anche CasaPound rientra (negli sgomberi, ndr.) – afferma Piantedosi – Io sono stato da prefetto di Roma quello che l’ha inserito nell’elenco dei centri che sono da sgomberare, prima o poi arriverà anche il suo turno”.

Ai giornalisti che fanno notare al ministro dell’Interno che, solo poche ore prima, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha detto ha detto che l’immobile di CasaPound potrebbe invece in realtà non essere sgomberato, Piantedosi spiega: “Credo abbia detto che se si legalizza in qualche modo potrebbe non essere sgomberato. È successo già ad altri centri, il comune di Roma ha comprato addirittura delle strutture per legalizzarli, è successo anche in altre città”.

Lo sgombero del Leoncavallo

A Milano è stato sgomberato il del Leoncavallo, lo storico centro sociale nato nel 1975. L’ordine era stato rinviato numerose volte.  Sono presidiati dalle forze dell’ordine gli accessi a via Watteau dove è in corso lo sfratto del Leoncavallo. Lo sfratto era stato nuovamente notificato per il 9 settembre. Si è però deciso negli ultimi giorno di anticipare ad oggi, quando le operazioni sono iniziate intorno alle 7.30.

Milano, la situazione legale del Leoncavallo

Presente anche l’ufficiale giudiziario e l’avvocato della proprietà, l’immobiliare Orologio della famiglia Cabassi. La Corte d’appello di Milano aveva condannato il ministero dell’Interno a versare tre milioni di euro a Orologio per il mancato sgombero degli scorsi anni e a sua volta il Viminale ha chiesto un risarcimento a Marina Boer, la presidente dell’associazione Mamme del Leoncavallo.
Solo pochi giorni fa il Leoncavallo aveva avviato una raccolta fondi per resistere all’interno della struttura.

Mirko Mazzali, legale del Leoncavallo, alla notizia della esecuzione dello sfratto, commenta:  “Dopo quarant’anni di nuovo uno sgombero ad agosto. Non mi pare una buona idea ripetere il passato. C’era una data, il 9 settembre, e dovrebbe essere rispettata. Cerchiamo di capire perché è successo e se è legittimo. Avevano richiesto l’uso della forza pubblica per il 9 settembre, se hanno anticipato immagino ci sia una ordinanza del questore” ha aggiunto. Su un commento politico si limita a dire che “bisogna sentire il Comune, il sindaco”.

Le dichiarazioni del governo

Sullo sgombero, il ministro dell’Interno Piantedosi ha dichiarato: “Lo sgombero segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell’occupazione. Oggi finalmente viene ristabilita la legalità. Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive”.

Sulla stessa linea, il segretario della Lega, Matteo Salvini: “Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “No a zone franche, governo fa rispettare la legge”. Mentre il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, risponde alle opposizioni che hanno citato l’esempio dei neofascisti di Casapound (mai sgomberati) che “Le occupazioni, sia di destra che di sinistra, sono entrambe reato”.

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