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Moncalieri, 15enne invalido torturato e sequestrato: gli amici gridano vendetta

In 50 sotto la casa delle torture a Moncalieri: “Li aspettiamo qui perché sappiamo che lo Stato non darà mai giustizia a Giacomo. Dobbiamo pensarci noi”

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A Moncalieri, comune in provincia di Torino, le reazioni alle sevizie subite dal 15enne invalido nella notte di Halloween non si sono fatte attendere. Sui social è partita un’adunata e circa cinquanta coetanei, alcuni mossi dall’amicizia, altri da questioni di “principio”, si sono radunati in piazza nel centro con un unico obiettivo: “fare la pelle” ai tre aguzzini. È accaduto domenica sera e, a incitare l’orda inferocita, c’era proprio Giacomo, il ragazzo che ha subito le violenze. Indossava un berretto per coprire il capo e le sopracciglia rasate: “Quei tipi hanno finito di vivere” avrebbe detto.

15enne invalido torturato e sequestrato a Moncalieri. I militari hanno sequestrato i telefoni dei tre aggressori

Nel frattempo i militari, che conducono le indagini, hanno sequestrato i telefoni dei tre (due ragazzi e una ragazza tra i 14 e i 16 anni) alla ricerca di prove; alcuni video sarebbero stati cancellati. Il quindicenne è stato picchiato, sequestrato in una casa di Corso Casale, insultato e costretto a buttarsi a petto nudo nell’acqua gelida della Dora. I carabinieri stanno cercando i filmati che i tre compagni di scuola avrebbero realizzato e in parte messo online; per poi rimuoverli.

Il gruppo di adolescenti ha deciso di farsi giustizia da sé

Nonostante questo, il gruppo di adolescenti ha deciso di farsi giustizia da sé: “Quei tipi hanno fatto una cosa da manicomio a quello che per noi è un fratello o un cugino (…) Si meritano di andare in galera. (…) No, si meritano le botte (…) Noi adesso restiamo qua finché non ci capitano davanti quei due, che si credono grandi e forti con la violenza che sentono nelle canzoni. (…) Li riempiremo di botte”, queste le voci della piazza, che si è diretta sotto la casa dove sono avvenute le torture. E ancora: “Li aspettiamo qui perché sappiamo che lo Stato non darà mai giustizia a Giacomo, quindi dobbiamo pensarci noi”, questo quanto hanno aggiunto alcuni ragazzi. 

La spedizione punitiva è stata sventata dai genitori di Giacomo, che hanno chiesto di evitare altra violenza e lo hanno portato via. I suoi amici, però, non demordono e minacciano nuovi blitz. Intanto, gli inquirenti dovranno accertare se c’è stata o meno una violenza sessuale denunciata dalla madre: “Adesso spero che i carabinieri trovino questo video e se è nel web lo tolgano subito. Ho anche paura che mio figlio si ammazzi”, ha detto la donna. Giacomo, una volta liberato, ha fatto ai carabinieri i nomi dei due seviziatori che si erano presentati come suoi “amici”. E mentre la procura indaga per sequestro di persona, i suoi amici non demordono e minacciano nuovi blitz, chiedendo che venga fatta giustizia.

di Angelo Annese

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