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Morte Andrea Purgatori, a processo i quattro medici che lo curarono

Rinviati a giudizio i quattro medici che curarono il giornalista investigativo Andrea Purgatori, la cui morte fu causata da un tumore. Si dovrà stabilire se le loro diagnosi furono sbagliate oppure no, rispondendo alla domanda che tutti ancora si fanno: cosa o chi ha ucciso davvero Andrea Purgatori?

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Morte Andrea Purgatori, a processo i quattro medici che lo curarono

Rinviati a giudizio i quattro medici che curarono il giornalista investigativo Andrea Purgatori, la cui morte fu causata da un tumore. Si dovrà stabilire se le loro diagnosi furono sbagliate oppure no, rispondendo alla domanda che tutti ancora si fanno: cosa o chi ha ucciso davvero Andrea Purgatori?

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Morte Andrea Purgatori, a processo i quattro medici che lo curarono

Rinviati a giudizio i quattro medici che curarono il giornalista investigativo Andrea Purgatori, la cui morte fu causata da un tumore. Si dovrà stabilire se le loro diagnosi furono sbagliate oppure no, rispondendo alla domanda che tutti ancora si fanno: cosa o chi ha ucciso davvero Andrea Purgatori?

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Rinviati a giudizio i quattro medici che curarono il giornalista investigativo Andrea Purgatori, la cui morte fu causata da un tumore. Si dovrà stabilire se le loro diagnosi furono sbagliate oppure no, rispondendo alla domanda che tutti ancora si fanno: cosa o chi ha ucciso davvero Andrea Purgatori?

Il giornalista Andrea Purgatori si sarebbe potuto salvare? O quantomeno: la sua morte si sarebbe potuta posticipare se avesse ricevuto cure adeguate? A queste e altre domande dovranno rispondere i magistrati che verranno chiamati a giudicare i medici rinviati proprio oggi dalla Procura di Roma.

I professionisti coinvolti sono il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi, la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi membri del suo team, e il cardiologo Guido Laudani. A loro viene imputato il reato di omicidio colposo. L’udienza preliminare è programmata per il 19 settembre prossimo.

La sua morte è stata causata da una grave malattia, un tumore, che lo aveva colpito negli ultimi anni. La sua scomparsa ha suscitato grande commozione, visto il suo ruolo importante nel panorama giornalistico italiano e la sua carriera caratterizzata da inchieste di grande rilevanza. Non solo. La sua dipartita ha destato grande clamore per via delle diagnosi diverse ricevute a pochi mesi di distanza. L”uomo si era rivolto ad “amici” medici, quelli che lui considerava tra i migliori esperti nel panorama oncologico della Capitale. Due mesi prima di morire aveva però sentito un ulteriore parere che aveva completamente stravolto la diagnosi ricevuta, quando ormai però era troppo tardi.

Chi aveva ragione tra gli esperti?

Così scrivevano i figli nel loro memorandum pubblicato un anno dopo la scomparsa del padre nel tentativo di ricostruire con fedeltà gli ultimi mesi di vita del padre, volto di programmi TV di successo come “Atlantide” su La7: “Più di un anno fa ci hai detto di sentirti debole. Da quella che sembrava solo un’osservazione casuale, tutto ha avuto inizio. Hai cercato di uscire da questo incubo affidandoti a esperti. Amici, d’altronde. Ci dicevi che erano i migliori specialisti delle cliniche più rinomate della capitale…” scrivevano in una lettera i figli del giornalista Andrea Purgatori, assistiti dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri, i primi a sollevare i dubbi che hanno portato all’apertura delle indagini e quindi del rinvio a giudizio.

La lettera prosegue ricordando i momenti più difficili: “Le cure iniziano, ma invece di migliorare, la tua salute peggiora. Poi, verso la fine, un’incertezza. Un parere medico diverso da tutti quelli ricevuti fino a quel momento. Quando te lo abbiamo riferito, hai sospirato. Eppure, i medici di cui ti fidavi continuavano a garantirti che la loro diagnosi fosse senza alcun dubbio corretta. Così, tu, che hai costruito la tua carriera cercando sempre la verità per il bene di tutti, nel momento in cui sei diventato il protagonista della tua stessa storia, hai scelto di credere in loro.”

La sua morte ha avuto un forte impatto, soprattutto nel mondo del giornalismo, dove era molto rispettato.

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