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Morte di Chiara Jaconis, non solo statuette ma anche tablet e telecomando lanciati dal balcone: ecco cosa è emerso

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La famiglia di Chiara Jaconis non si è mai scagliata contro l’autore del lancio delle statuette, non imputabile vista l’età inferiore ai 14 anni, ma chiede solo la verità – IL VIDEO

Chiara Jaconis

Morte di Chiara Jaconis, non solo statuette ma anche tablet e telecomando lanciati dal balcone: ecco cosa è emerso

La famiglia di Chiara Jaconis non si è mai scagliata contro l’autore del lancio delle statuette, non imputabile vista l’età inferiore ai 14 anni, ma chiede solo la verità – IL VIDEO

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Morte di Chiara Jaconis, non solo statuette ma anche tablet e telecomando lanciati dal balcone: ecco cosa è emerso

La famiglia di Chiara Jaconis non si è mai scagliata contro l’autore del lancio delle statuette, non imputabile vista l’età inferiore ai 14 anni, ma chiede solo la verità – IL VIDEO

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Il tablet lanciato dal balcone. E prima ancora, giocattoli, mollette, il telecomando del condizionatore. Poi, la preoccupazione della mamma – espressa via Whatsapp alla baby sitter – sul figlio che potesse scagliare altri oggetti da quel balcone, come purtroppo accaduto in passato. E come è accaduto circa 15 mesi dopo, sfilando la vita a Chiara Jaconis, 30enne padovana, in vacanza a Napoli, in visita ai Quartieri Spagnoli con il fidanzato.

Una statuetta la colpisce sul capo dall’alto, la tragedia, c’è purtroppo poco da fare. Anzi, le statuette lanciate dall’affaccio erano state due, in onice, ispirate all’antico Egitto, dal peso totale di 10 chili. Dall’inchiesta della Procura dei Minori di Napoli, contenuti nella richiesta di non luogo a procedere firmata lo scorso aprile nei confronti del ragazzino, ci sono diversi indizi, dalle testimonianze di dodici vicini e della colf della famiglia del tredicenne, la deposizione della dottoressa che già seguiva il ragazzino, il ritrovamento dei resti dell’oggetto lanciato, l’ispezione nell’appartamento della famiglia. E c’è quel dettaglio che non poteva passare sottotraccia: i genitori avrebbero immediatamente abbassato le tapparelle dopo il lancio delle statuette.

La famiglia della 30enne padovana non si è mai scagliata contro l’autore del lancio delle statuette, non imputabile vista l’età inferiore ai 14 anni, ma chiede solo la verità. Anzi, poche ore dopo la tragica fine della figlia, il papà di Chiara aveva elogiato e ringraziato i medici di un ospedale napoletano, dove si era provato a salvarle la vita. I genitori sono invece indagati con l’accusa di cooperazione in omicidio colposo per aver omesso una costante vigilanza: non avrebbero rafforzato le serrature per impedire l’accesso al balcone, né avrebbero inibito al ragazzino la possibilità di maneggiare manufatti di un discreto peso. L’udienza preliminare dovrebbe esserci il prossimo anno.

Di Nicola Sellitti

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