La morte del Papa sulle prime pagine di tutto il mondo
La morte di Papa Francesco capeggia sulle prime pagine di tutto il mondo. Sabato 26 aprile si terranno i funerali di Bergoglio, che ha disposto di essere sepolto “con dignità, ma come ogni cristiano”. Ecco come cambia la cerimonia
La morte del Papa sulle prime pagine di tutto il mondo
La morte di Papa Francesco capeggia sulle prime pagine di tutto il mondo. Sabato 26 aprile si terranno i funerali di Bergoglio, che ha disposto di essere sepolto “con dignità, ma come ogni cristiano”. Ecco come cambia la cerimonia
La morte del Papa sulle prime pagine di tutto il mondo
La morte di Papa Francesco capeggia sulle prime pagine di tutto il mondo. Sabato 26 aprile si terranno i funerali di Bergoglio, che ha disposto di essere sepolto “con dignità, ma come ogni cristiano”. Ecco come cambia la cerimonia
La morte di Papa Francesco capeggia sulle prime pagine dei quotidiani nazionali ed internazionali. “Il Papa del popolo”, “il pontefice della modernizzazione”. Sulle prime pagine di tutto il mondo, Papa Francesco, morto il lunedì di Pasqua all’età di 88 anni, viene ricordato per il suo operato di riforma della Chiesa, rimasto in parte incompiuto, e per il suo impegno in favore dei più poveri, degli umili e dei bisognosi. L’ultimo saluto a Papa Francesco sarà sabato 26 aprile alle ore 10 in Piazza San Pietro.

Bergoglio ha rinunciato a tanti appellativi e ha dato indicazioni per semplificare la cerimonia. È stato proprio lui a disporre di essere sepolto “con dignità, ma come ogni cristiano“, senza più l’esposizione del corpo su un catafalco, la doppia veglia, titoli magniloquenti e orpelli vari. Le celebrazioni liturgiche saranno affidate all’arcivescovo Diego Ravelli. Il quale ha spiegato: “Le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo”.
A cambiare è anche il linguaggio: nelle orazioni Francesco verrà chiamato «Papa», «Episcopus Romae» o «Pastor», nel rituale «Romanus Pontifex», e quindi vescovo di Roma, pastore, romano pontefice, senza più appellativi come «Sommo Pontefice della Chiesa Universale» o «Sovrano dello Stato della Città del Vaticano». E poi la semplificazione del rito, scandito da tre “stazioni”.
Prima stazione
La prima è la constatazione della morte, «nella cappella privata della casa del Pontefice» e non più nella sua camera. Il responsabile della Direzione Sanità ha preparato «la relazione sull’esame del corpo, sulla constatazione della sua morte e sulla causa che l’ha provocata». E il corpo è stato rivestito con la talare bianca e portato nella cappella. La salma del Papa rivestita delle vesti liturgiche rosse, con la mitra e il pallio, senza il pastorale papale, è stata deposta in un’unica «bara di legno e zinco». Quest’ultima sostituisce le tre bare tradizionali di cipresso, piombo e rovere. Eliminata anche la traslazione della bara nel palazzo apostolico.
Seconda stazione
La salma è esposta ai fedeli nella bara e non più su un alto cataletto. Il pastorale papale non viene più posato accanto alla bara. E la chiusura della stessa avverrà la sera prima della Messa esequiale. Il rito sarà presieduto dal Camerlengo, che dà lettura del rogito, un testo in latino che riassume vita e opere del pontefice. Il maestro delle celebrazioni stenderà un velo di seta bianca sul volto di Francesco e nella bara verrà deposta una borsa con le monete coniate durante il pontificato e il tubo di metallo con il rogito. I funerali si celebreranno sul sagrato di San Pietro. Infine, il libro dei Vangeli sarà posato sulla bara, deposta davanti all’altare.
Terza stazione
L’ultima stazione, finita la Messa esequiale, avverrà nel luogo della sepoltura, mentre vengono intonati antifone e salmi, «Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio». Poiché la bara è una sola, non c’è più il rito della deposizione e chiusura della bara di cipresso nella seconda di piombo e nella terza di rovere. Sulla bara, prima che sia deposta nel sepolcro, vengono impressi i sigilli del Camerlengo, della Prefettura della Casa pontificia e dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche.
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