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Morti in piscina, le regole ci sono mancano i controlli

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La tragedia della morte di un bimbo di otto anni alle Terme di Cretone porta alla ribalta il tema della violazione sistemica delle regole nelle piscine

Morti in piscina, le regole ci sono mancano i controlli

La tragedia della morte di un bimbo di otto anni alle Terme di Cretone porta alla ribalta il tema della violazione sistemica delle regole nelle piscine
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Morti in piscina, le regole ci sono mancano i controlli

La tragedia della morte di un bimbo di otto anni alle Terme di Cretone porta alla ribalta il tema della violazione sistemica delle regole nelle piscine
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Non è questione di assenza di norme. È questione di rispettarle, quelle regole. La tragedia della della morte di un bambino di otto anni alle Terme di Cretone ha ancora parecchi punti da chiarire. Al momento quattro persone sono indagate per omicidio colposo. Ma un tassello, ulteriormente inquietante, lo aggiunge la testimonianza di un bagnino che quel giorno era lì. Secondo quest’uomo la grata per proteggere le condutture di scarico da cui è stato risucchiato il piccolo Stephan, lì non c’era. Non solo in quel momento, non c’era mai stata prima. Il motivo sarebbe la volontà di accelerare le procedure di svuotamento della vasca, dopo la chiusura della piscina. Per risparmiare sugli straordinari dei dipendenti. Una versione naturalmente da verificare, ma che lascerebbe intendere una violazione sistematica delle norme. Da capire anche perché lo svuotamento della vasca sia partito quando ancora c’erano persone all’interno della struttura. Se anche Stephan fosse caduto, certe operazioni non andrebbero fatte soltanto dopo che tutti sono usciti? Certo, se la fretta sia stata conseguenza di una volontà di risparmiare, sarebbe ancora più grave. Ma in ogni caso, al di là di questa singola tragedia, rimane il tema dei controlli. Perché le regole ci sono. Non si tratta di essere più stringenti nelle normative, quanto di preoccuparsi che le verifiche vengano effettuate. Perché accanto ai comportamenti accorti dei bagnanti, è necessario ci siano gestori responsabili. di Annalisa Grandi

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