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Napoli, 15enne ucciso durante una sparatoria. La criminalità giovanile e le parole del Prefetto

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Emanuele Tufano aveva 15 anni, era incensurato (così come i suoi genitori) ed era uno studente-lavoratore

Emanuele Tufano

Napoli, 15enne ucciso durante una sparatoria. La criminalità giovanile e le parole del Prefetto

Emanuele Tufano aveva 15 anni, era incensurato (così come i suoi genitori) ed era uno studente-lavoratore

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Napoli, 15enne ucciso durante una sparatoria. La criminalità giovanile e le parole del Prefetto

Emanuele Tufano aveva 15 anni, era incensurato (così come i suoi genitori) ed era uno studente-lavoratore

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AUTORE: Marco Carta

Emanuele Tufano aveva 15 anni, era incensurato, così come i suoi genitori, era uno studente-lavoratore. A una manciata di ore dall’omicidio avvenuto a Napoli emergono elementi che rendono l’idea della pervasività e della pericolosità della criminalità giovanile, non solo nel capoluogo campano. Il ragazzo è stato ucciso da un solo proiettile durante una sparatoria tra bande presumibilmente legate al malaffare, che ha prodotto anche due feriti, un 17enne e un 14enne. E’ l’ennesimo caso di un omicidio o di un tentato omicidio con armi da fuoco a opera di giovanissimi, tra Napoli e provincia. Da poco è terminata alla Prefettura di Napoli la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla presenza del Prefetto di Napoli, Michele di Bari, del sindaco di Napoli e di rappresentanti della Magistratura e delle forze dell’ordine.

Il Prefetto di Napoli ha evidenziato il miglioramento dei dati sulla dispersione scolastica e anche sulla detenzione di armi da parte degli adolescenti, ricordando l’impegno del Comune che “ha adottato delle misure straordinarie in materia di sistema di videosorveglianza. Ci sono già circa mille telecamere funzionanti e 3 milioni di euro che il ministro dell’Interno Piantedosi ha erogato al Comune per l’ulteriore installazione di 350 sistemi di videosorveglianza. Questo significa che vi è un apparato che sta funzionando. Dobbiamo però chiederci perché questo è ancora insufficiente”, ha spiegato il Prefetto.

di Marco Carta

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