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Nella mente di Chiara Petrolini: “Non ho mai avuto la percezione di fare qualcosa di sbagliato”

Gli psichiatri del Racis: “Una mente lucida, avrebbe potuto uccidere ancora”. Gli esperti parlano di una “serialità omicida nata dall’immaginazione”. Chiara Petrolini, studentessa di criminologia, sogna ancora di diventare madre: “Temo il carcere, ma non mi sento un’assassina”

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Sono queste le conclusioni della consulenza psichiatrica richiesta dalla procura nei confronti di Chiara Petrolini, la 22enne che tra il 2023 e il 2024 ha ucciso e sepolto i suoi bambini a Vignale di Traversetolo (Parma). Li aveva partoriti in segreto nella sua cameretta, poi li aveva sepolti nel giardino della villetta di famiglia. Le indagini sono scattate il 9 agosto 2024, quando la giovane si trovava a New York con i genitori. A casa c’era la nonna che, mentre dava da mangiare ai cani, ha notato uno dei corpicini affiorare dal terreno. Una scoperta che ha sconvolto l’intera comunità. 

Chiara Petrolini era considerata una ragazza modello: frequentava il corso di criminologia e nel tempo libero faceva la baby-sitter per i figli del vicinato. Un castello di bugie messo in piedi per non intaccare quell’immagine agli occhi degli altri.

Il quotidiano la Repubblica è entrato in possesso della consulenza presentata lo scorso dicembre. Una perizia durata sei mesi, nei quali un’équipe di sei psicologi e psichiatri ha cercato di scavare nella psiche della ragazza per capire le motivazioni che l’hanno portata a uccidere i propri figli dopo averli portati in grembo. Quaranta pagine di documenti in cui gli esperti hanno depositato una relazione dettagliata dei tre colloqui avuti con l’infanticida. 

Gli specialisti del Racis (Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche) coordinati dal colonnello Anna Bonifazi – psicologa investigativa – hanno delineato il profilo di una persona “lucida” che “avrebbe potuto, se non scoperta, commettere analoghi delitti in seguito ovvero ne abbia commessi altri simili in passato. […] Una escalation che nasce già dall’immaginazione.”

Il resoconto degli esperti è agghiacciante. Descrive una “serialità omicida” scaturita, forse, da “un evento negativo del passato, un trauma non superato” in grado di innescare la spirale di violenza. Nel secondo colloquio, infatti, la studentessa parla di un abuso sessuale risalente al 2021, quando un amico di cui si fidava avrebbe approfittato di lei. Un evento che ha lasciato una cicatrice profonda, compromettendo per sempre la fiducia negli altri. 

Chiara Petrolini non è mai riuscita a dare una spiegazione chiara al suo gesto, ma non ha nascosto di aver temuto “il giudizio dei miei genitori e del paese”. 

“Nei primi mesi della seconda gravidanza – racconta – mi sentivo felice”, poi rielabora e interpreta quel sentimento come una felicità che “non doveva essere contaminata” dal mondo esterno. Quando ha partorito, racconta di essere svenuta “dopo aver tagliato il cordone, ero debole. Quando mi sono risvegliata il bambino aveva gli occhi chiusi”. Ammette di non aver chiamato i soccorsi perché “non ci ho pensato”. 

Le sue parole, sottolineano gli esperti, unite alla freddezza con cui si esprime, lasciano intendere una “lucida intenzione di arrivare all’esito finale”. 

Il primo figlio lo ha seppellito in giardino “per sentirlo vicino”, come una parte di sé che non se ne sarebbe mai andata: “era morto”, avrebbe ribadito più volte. Il secondo neonato è stato trovato avvolto in un asciugamano giallo e sepolto sotto una siepe, proprio sotto la finestra della sua stanza. “Non ho mai avuto la percezione di fare qualcosa di sbagliato seppellendo i corpi dei bambini”, ha detto.

Riguardo alla seconda gravidanza, ha spiegato di essersi riavvicinata all’ex “perché volevo che andasse bene”, di sentirsi “triste e sola” e di aver messo in mostra la pancia – “gli ho dato un input” – nella speranza che lui prendesse in mano la situazione. Quando le è stato chiesto perché avesse scavato le buche a mani nude e in modo superficiale, ha risposto: “Perché non pensavo di aver fatto nulla di male… di sbagliato”.

“Continuavo a pensare di partorire bambini morti e che questo fosse il mio destino. Spero ancora di diventare mamma, ma ho paura che ricapiti la stessa cosa”, ha dichiarato nell’ultimo colloquio. La giovane teme il carcere e afferma con convinzione di non sentirsi un’assassina. Riguardo al futuro, sogna di diventare “una maestra con due figli”.

di Angelo Annese

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